lunedì 6 marzo 2023

La “follia” (?) dell’U.E.

Nella mia ingenuità, ho sempre considerato la stragrande maggioranza delle decisioni prese dall’U.E. come il risultato della follia e dell’ignoranza dei parlamentari europei, unitamente al fatto che alcune ideologie, uscite dalla porta, sono rientrate, anche se in forma diversa, dalla finestra.

E sì che per anni mi sono dovuto occupare, sia pure indirettamente, di politica, e quindi conosco perfettamente “di che lagrime grondi, e di che sangue”.

Ma dato che, secondo il detto di Abraham Lincoln: “You can fool part of the people some of the time, you can fool some of the people all of the time, but you cannot fool all the people all of the time” finalmente, il c.d. “quatargate” (del quale non si sente quasi più parlare, chissà come mai...) mi ha aperto gli occhi.

Da quello che ho capito il governo di quella nazione mediorientale avrebbe elargito cospicui fondi per “migliorare l’opinione delle popolazioni europee verso il Qatar” e per un’azione lobbistica affinché fosse approvata dal Parlamento euopeo una legge per esimere i qatarioti (leggi: le ricchissime signore quatariote che si recano alle sfilate di alta moda a Parigi e Milano) dall’obbligo di visto di ingresso nell’area Schengen.

Solo per questo pare siamo volate “mazzette” per decine di milioni di euro.

Altro che stupidi e ignoranti...

Certo, come afferma il matematico, logico e filosofo Bertrand Russel, le “inferenze induttive” possono essere sempre fuorvianti, ma purtroppo il sottoscritto non può esimesi dal farle...Quindi, alla luce di del “qatargate”, dove per faccende assolutamente minori sono fioccate tangeti milionarie, quali sono state quelle dove in ballo c’erano (ci sono) centinaia di miliardi di euro?

E dove ballano in maggior misura tutte queste montagne di danari?

Ma nella c.d. “transizione ecologica”, ovviamente...

Primissimi anni ’70, facoltà di Ingegneria, esame di Fisica I.
Professore:

“Mi parli delle leggi della Termodinamica”.

Studente:

“... il passaggio di calore avviene sempre da un corpo caldo ad uno freddo.”

Il professore attende qualche secondo, poi: 

“Ciò è profondamente errato. Ecco il suo libretto.”
Studente:
“... ma Professore, a me sembra di ricordare che...”
Professore:
“Lei ha un frigorifero a casa, vero? Ecco la dimostrazione che quello che dice Lei è errato. Il contrario può avvenire ma non  "spontaneamente", avverbio che Lei ha omesso, ovvero per farlo noi dobbiamo fornire energia. Il suo frigorifero è attaccato ad una presa di corrente, vero? Quell’avverbio, “spontaneamente”, come spero Lei abbia capito, è fondamentale. Chi è il prossimo?”.

Che per i parlamentari europei quello “spontaneamente” sia una inezia, una semplice quisquiglia, una pinzellacchera, l’ho sempre pensato, data la loro tendenza a farci deglutire, oltre alle farine di scarafaggi vari, anche la c.d. “transizione ecologica” in assoluto anticipo rispetto ai tempi tecnici necessari.

Transizione ecologica che poi si limilita a:
I° e fondamentale : sostituzione delle autovetture a combustione interna con auto elettriche;
II°: installazione di pannelli solari e pale eoliche, ampiamente foraggiate dal Pantalone europeo.

Quando scoppiò la guerra in Ucraina, l’allora Primo Ministro Mario Draghi fece una proposta:
“Sarebbe sufficiente abbassare la temperatura dei riscaldamenti domestici di un grado in inverno e viceversa in estate per dare un significativo contributo allo svincolo dalla fornitura del gas russo...”

Apriti cielo!
Tutti, ecologisti in primis, si rivoltarono come delle bisce.

“ e tanto, chi viene a controllare? Noi vogliamo stare in maniche di camicia in inverno, e metterci un golfino d’estate...” l’unanime risposta di impiegati pubblici e privati.

La massima pervicacia dell’U.E. si è manifestata in questi anni con l’incrollabile volontà di perseguire il punto I°.
Sembrebbe però, fortunatamente, che l’idea di dismettere la produzione di motori endotermici a partire dal 2035 sia stata approvata dal Parlamento europeo ma a stretto giro di posta bocciata da alcuni Stati membri, tra cui l’Italia e, guarda caso, la Germania.

Più volte in questo blog si è parlato dell’argomento:

https://orizzonti-antonello.blogspot.com/2015/03/conti-della-serva.html

https://orizzonti-antonello.blogspot.com/2019/09/auto-elettrica-per-tutti-mah.html


Per cui voglio solo mettere in evidenza due punti.
Il primo, che sino a quando non avremo una fonte di energia pulita, economica ed affidabile, (spontaneamente... rimarcava il Professore... ) l’auto elettrica è solo un giocattolo per ricchi con sensi di colpa.

Secondo: il rame necessario per alimentare milioni di “colonnine” per la ricarica delle auto elettriche in tutto il mondo, dove lo prendiamo?

Il rame è una materia prima al giorno d’oggi estremamente costosa, perché relativamente rara, molto richiesta e reperibile in non molti paesi del globo: non per nulla gli analisti economici seguono con attenzione spasmodica le sue quotazioni sui mercati.

Non so se avete notato che gli elettrodomestici al giorno d’oggi hanno dei cavi per l’alimentazione elettrica sempre più sottili, e questo ci può anche stare, ma soprattutto sempre più corti: ci sarà una ragione?
Immaginiamo che in tutto il mondo, Africa, Asia e Australia comprese, si debbano installare colonnine: ma quanti miliardi di tonnellate di cavo di rame e di plastica prodotta dal petrolio sarebbero necessarie?

Mio Padre, più volte citato in queste pagine, doveva spesso fare il percorso Tripoli-Ghadames (620 km x 2), e talvolta fu costretto a farlo, per impegni inderogabili, con andata e ritorno nell’arco di una stessa giornata: con un Range Rover 3500 e conoscendo bene una strada composta praticamente da soli rettilinei si poteva anche fare, anche se era faticoso e non scevro da pericolo.
I legislatori dell’Unione europea pensano che nelle strade africane come la Tripoli-Ghadames, dove passa si e no un’auto all’ora si potrà installare una colonnina ogni 100 km?

Ma mi faccia il piacere...

Significherebbe non vendere più un'auto né in Africa né in Asia.

Niente di strano che perfino i tedeschi siano riusciti ad accorgersene.

Anzi, paradossalmente, la diffusione planetaria delle auto elettriche è, dal punto di vista ambientale, una vera jattura.
Teniamo presente che la stragrande maggioranza delle popolazioni dell’Africa, dell’India e della Cina (tre o quattro miliardi di persone) cucunano e si scaldano ancora con... la carbonella.
Un aumento del prezzo del rame, già altissimo, significherebbe un enorme ritardo nell’elettrificazione dei Paesi del Terzo Mondo e quindi un impiego di combustibili fossili ancora maggiore, per non parlare del disboscamento necessario per ottebere il carbone di legna.
Questo solo uno degli enormi problemi che l’auto elettrica, oggi, pone... altri saranno citati in seguito.

 

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