venerdì 20 settembre 2019

Auto elettrica per tutti? Mah...

Panurge, per vendicarsi di un mercante che l'aveva schernito, compra da lui un montone, indi lo getta in mare, e fa annegare così tutto il gregge che si precipita dietro al montone assieme ai mercanti e ai pastori che cercano di salvare il gregge.
F. Rabelais, Gargantua e Pantagruele.

O, se preferite, l’analogo episodio di Cingar nel Baldus di Teofilo Folengo.

Ma non è che le Case automobilistiche, anziché salvare il Mondo, vogliono salvare se stesse?
È perfettamente noto il fatto che tutte le Case automobilistiche mondiali hanno un enorme eccesso di capacità di produzione e, senza inventarsi qualcosa per togliere dalle strade rilevantissime quantità delle auto attuali, non riusciranno a vendere le quantità di auto che gli Amministratori delegati vorrebbero.

Quando cambiai l’auto per acquistare quella che possiedo attualmente, il valore dell’usato era di millecinquecento euro, più o meno, per un’auto che poteva fare ancora, spendendoci due o tremila euro di manutenzione straordinaria, decine, se non centinaia di migliaia di km. Gli eventuali acquirenti erano già pronti ma, guarda caso, il Concessionario mi faceva uno sconto di quasi tremila euro nel caso l’avessi versata per la rottamazione, senza venderla.

Facendo un po’ di conti della serva, nel 1982 acquistai un’auto, per i curiosi una Alfa Romeo Giulietta 1600 colore grigio metallizzato, targata, allora erano in uso le vecchie targhe di immatricolazione, 395mila e rotti. Nel 1994, venduta la Giulietta (purtroppo... oggi, come macchina d’epoca, varrebbe un bel po’...) acquistai un’altra auto, Peugeot 405 SW sempre per i curiosi colore verde bosco, targata 756mila e rotti.

Nell’intervallo di tempo tra il 1982 e il 1994, dodici anni, vennero quindi vendute nella mia Provincia, allora più o meno 800.00 anime, circa 756 mila meno 395 mila uguale circa 360.000 auto, cifra tonda, auto più, auto meno.
360.000 auto diviso dodici anni dà 30.000 auto all’anno.
Non credo che questo ordine di grandezza sia mutato in maniera sostanziale, da allora.

Assumendo, molto prudenzialmente, a valori riportati all’attualità, un costo medio di 20.000 euro per auto otteniamo un giro di affari, per soli veicoli di nuova immatricolazione, pari a 30.000 auto x 20.000 €/auto, ossia la bellezza di 600.000.000 di euro/anno. Seicento milioni di euro all'anno.

Seicento milioni di euro all’anno, per la sola vendita di auto nuove (camion, autobus etc.. compresi, ovviamente), per un solo anno e per la mia sola provincia, una Provincia molto povera, rispetto agli standard medi italiani.
E senza contare l’indotto: materiali di consumo, riparazioni, revisioni delle auto già in circolazione, che farebbe lievitarela cifra esposta, come minimo del 30% in più.

Considerando che una cifra tra il tre e il cinque per cento del fatturato di un’azienda deve essere speso in "pubblicità e promozione" (andate in Banca per chiedere un finanziamernto per una qualsiasi attività... e si veda la pubblicità delle auto in TV), possiamo affermare, anche qui prudenzialmente, che 600 milioni di euro per 0,03 dà l’astronomica cifra di 18.000.000 euro/anno (diciotto milioni di euro all'anno) da spendere appunto in “pubblicità e promozione”. Anche solo l'uno per cento darebbe ben sei milioni di euro: tenere sempre presente, solo nella mia sottopopolata e povera Provincia. Fate voi le necessarie moltiplicazioni e addizioni per le restanti Province italiane, basta armarsi di pazienza e prendere la collezione di “Quattroruote”.

Venendo al dunque, non credo che “pubblicità e promozione” vogliano dire esclusivamente spot televisivi e acquisto di pagine di quotidiani locali.
Sarà per questo motivo che nessuna delle grandi città italiane ha un sistema di trasporto pubblico degno di questo nome? Che nel mio capoluogo, dopo l’abolizione dei tram alla fine degli anni ’60 si sono dovuti attendere quarant’anni per vedere una prima linea di metropolitana leggera di superficie?
“Quello che va bene alla TIAC va bene all’Italia!” affermava l’Amministratore Delegato di una nota Casa automobilistica, moltissimi anni fa.
E sarà per questo che la Germania trema al pensiero dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea? Sapete quante Audi e Mercedes si vedono in giro per le strade di Londra, che verrebbero sostituite da Lexus etc.? Siamo sicuri che, con tutti questi soldi a disposizione, non sia stata messa in opera qualche “manovra scorretta” per cercare in tutti i modi di bloccare la Brexit?

Per quanto riguarda l’auto elettrica è sufficiente che il Panurgo di turno acquisti il montone capobranco (vedi la Gretina di turno...), lo paghi quel che si deve, lo butti in mare e le pecore seguiranno, affollandosi per essere le prime ad affogare. oltre a Panurge lo aveva gia individuato il filosofo cattolico Jacques Maritain molti anni fa. Ecco perché le auto elettriche sono tutte di “fascia alta”: “...se i fighi se la comprano, vuol dire che me la devo comprare anche io...” diranno i poveracci a stipendio fisso. “Pazienza, farò diciottomila rate, tanto c’è la Finanziaria... e così salverò anche il Mondo...”

E’ stato così per decine di altre scelte strategiche della politica italiana e mondiale. L’uomo è l’artefice del proprio destino!

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