Elezioni del 2016
Elezioni del 2020
... a tutti i potentati economici, che si sono schierati come un sol uomo contro di lui?
Si deve innanzitutto partire con la constatazione, che probabilmente non tutti conoscono, del fatto che la rete infrastrutturale statunitense (autostrade, ponti, dighe, acquedotti, protezione del territorio etc.) versa in uno stato di relativa fatiscenza, essendo stata costruita per la gran parte negli anni ’50 ed è rimasta in tutti questi anni senza la necessaria manutenzione. Certamente gli eventi meteorici che si verificano negli Stati Uniti sono ben diversi dai nostri, fortunatamente, e del resto noi abbiamo altre gatte da pelare, ma il fatto che un uragano appena più forte degli altri provochi spesso disastri la dice lunga sullo stato di canali, arginature dei fiumi etc.
Gli elettori di Donald Trump, per la grande maggioranza ceto medio che vive in aree rurali e semirurali, risulta quello maggiormente penalizzato dal basso livello delle infrastrutture, per cui Donald Trump promise in campagna elettorale un vasto piano di investimenti in materia. Prendendo i soldi da dove, visto il forte deficit statunitense e il fatto che un aumento delle tasse era in campagna elettorale un annuncio improponibile?
Dal bilancio militare: da qui gli annunci, sempre in campagna elettorale (quella del 2016), di disimpegno da aree del mondo precedentemente considerate strategiche, la tirata di orecchie agli Alleati della Nato come Germania in primis, Italia e tutti gli altri Alleati via seguendo che sono (molto) indietro con il pagamento delle quote loro spettanti per la difesa, la fortissima critica a certi armamenti come l’F-35 Lockheed (un nome che è una garanzia...) per il loro costo esorbitante (salvo poi fare marcia indietro, a proposito dell’F-35 appunto, quando diventò Presidente).
https://www.defensenews.com/air/2017/09/15/trump-lauds-f-35-promises-sweet-new-tech-in-speech-to-airmen/
Ovviamente il povero Trump, arrivato da dilettante alla politica senza aver fatto la necessaria e faticosissima “gavetta” ( mi ricorda qualcuno, ce l’ho sulla punta della lingua ma non mi viene il nome... l’Alzheimer, senza dubbio...) ha completamente sottovalutato la forza di questi “potentati” ed in particolare delle lobby americane degli armamenti. Da notare che la maggior parte delle industrie belliche americane si trova in California ( la California, da sola, è la quarta potenza industriale mondiale), Stato liberal: e appunto la Lockheed si avvale tradizionalmente del lobbismo di parlamentari del Partito Democratico ( si legga ad esempio: Ben Rich, Leo Janos - Skunk Works: A Personal Memoir of My Years of Lockheed – 1996. Purtroppo non mi risulta che sia mai stato tradotto in italiano: peccato perché è un libro estremamente interessante che dà una chiara idea del perché del declino non solo economico, ma anche e soprattutto culturale americano) per cui non è stato certo difficile sguinzagliare i mastini del Washington Post o del New York Times, giornali che negli Stati Uniti hanno proporzionalmente la stessa diffusione de “Il Foglio o “Il Manifesto” qui da noi.
E dove la Lockheed ha la sua più grande filiale, oltre alla sede centrale in California? Ma in Georgia, naturalmente.E come ha votato la Georgia nelle ultime elezioni? Ha vinto Biden, per un pugno di voti, (undicimila, se non ricordo male). Vedere le mappe che allego. La Georgia è l'unico Stato blu incastonato in un mare di Stati rossi. Ma guarda i casi della vita....
Questo per citarne solo una ovviamente. Per questi potentati una nuova Guerra Fredda, o meglio ancora, una guerra anche un po’ calda, come la sanguinosissima guerra in Siria ai tempi del Nobel per la Pace Barack Hussein Obama, sarebbe di un comodo... Finito il mandato di Obama, finito l’Isis e finita la guerra in Siria. Ma guarda un po’...
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