domenica 18 settembre 2016

Sturmtruppen




Un Amico, ormai scomparso da tempo, nel 1944 si trovava su un treno in Piemonte. Nello stesso scompartimento, davanti a lui, un soldato tedesco. A un certo punto il milite della Wehrmacht estrae un coltellino dalla tasca, apre lo zaino da cui toglie fuori un pane di segale, un detestabile blutwurst e... un minuscolo taglierino di legno che si appoggia sulle ginocchia: inizia ad affettare il pane, ci spalma sopra il blutwurst e fa colazione. Alla fine, le briciole vengono accuratamente raccolte dal tagliere e mangiate anche quelle, nulla si deve sprecare, coltellino pulito, tagliere rimesso al suo posto.

“Ma quale Sussistenza italiana”, affermava il mio Amico ridendo, “avrebbe mai pensato di fornire a un soldato italiano, oltre alle indispensabili “fasce mollettiere”, anche un tagliere in legno “d’ordinanza”?”

In bassa stagione, maggio e settembre, dalle mie parti, una località di mare su un’isola, compaiono in frotta i motociclisti tedeschi.

Sono dal benzinaio mentre compare una di queste frotte. Tutte grosse BMW bicilindriche, perfetto equipaggiamento, caschi integrali, tute in cuoio. Ordinatamente si dispongono in colonna a destra e sinistra della pompa e iniziano a fare rifornimento: il primo, finito di mettere benzina, si sposta in avanti in maniera da facilitare le operazioni, si toglie il casco (sui quarant’anni, capelli brizzolati tagliati corti) estrae da uno sportellino una carta topografica, la spiega sul sellino ed inizia a consultarla confabulando assieme al suo “vice”.
Finite le operazioni, la carta topografica viene ripiegata e rimessa al suo posto.
“Schnell!” esclama il Capo quando tutti hanno finito, rimettendosi il casco e azionando l’accensione.
A me sembra di vedere un’orda di lanzichenecchi redivivi, o un plotone delle Waffen-SS alla Battaglia di Kursk.
“Qui, non lasciano un centesimo!” afferma più prosaicamente il benzinaio mentre si allontanano.

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