martedì 6 settembre 2016

Il "Ciclo di Carnot"



Esami di Fisica I, primissimi anni ’70. Uno Studente va alla lavagna. Il Professore confabula sottovoce con l’Assistente e, senza neppure guardare, dice con tono secco: “Disegni un Ciclo di Carnot”. Mentre il Professore riprende a confabulare con l’Assistente, lo Studente sembra pensarci su un pochino e, preso il gesso in mano e dimostrando notevoli capacità di disegno, meno di Fisica, disegna un cerchio quasi perfetto. Il Professore continua a confabulare con l’Assistente, dopodiché alza lo sguardo verso la lavagna: diventa paonazzo e le vene del collo si gonfiano, ma fortunatamente evita l’ictus. “Me ne disegni un altro” dice con voce strozzata, rimettendosi a confabulare. Sulla lavagna compare a fianco del primo un altro cerchio ugualmente perfetto. Il Professore rialza lo sguardo. Quasi scavalcando la cattedra per fare più in fretta si lancia verso la lavagna e prende il gesso in mano: tra i due cerchi compare un telaio, un manubrio, un sellino, una catena e due pedivelle “Prenda questo ciclo e se ne vada!” urla con quanto fiato ha in corpo “questo è, per quanto mi riguarda, l’unico ciclo che Lei vedrà nella sua vita!!!!!

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