venerdì 15 luglio 2016

2 – L’Islam e noi – Scontro, ma anche incontro



Il politically correct di questi tempi rigorosamente impone che tra Occidente e islam non si parli di “scontro di civiltà”. Ma si potrà parlare almeno di “scontro” visto che è da quando l’Islam ha fatto capolino nel Mediterraneo che Occidente e Islam se le stanno dando di santa ragione? Da Poitiers a Lepanto, dall’assedio di Vienna a Gallipoli. Molto frettolosamente gli analisti di ogni secolo, non solo del nostro, riduttivamente parlano di scontro religioso: certo le due religioni di certo non sono fatte per capirsi e coesistere, essendo entrambe fortemente proselitistiche, ma secondo chi scrive esistono differenze più profonde, che devono essere messe in luce per cercare di capire.
 
Ma in realtà con l’Islam, in passato, non c’è stato sono uno scontro, ma anche un “incontro”, fortunatamente per gli occidentali.
Prendiamo in considerazione il periodo che possiamo considerare come il discrimine tra le relazioni tra Islam e Occidente, vale a dire le “Crociate” e cerchiamo di fare un’analisi che prescinda da quanto studiato nei libri di storia delle Superiori.
Se si valutano alcuni parametri che definiscono la qualità dell’esistenza, come la tecnologia in generale, il numero di persone che sapevano leggere e scrivere, la mortalità infantile, la presenza di malattie endemiche e pestilenze, la durata della vita, vediamo che attorno all’anno Mille questi parametri erano nella zona dell’Islam molto più elevati che in Occidente.
Prendiamo in considerazione ad esempio la pulizia personale del corpo: “Ma cosa vorranno mai insegnarci questi Cristiani, che non si nettano neppure dopo aver fatto i loro bisogni, e che puzzano come caproni…” uno storico arabo delle Crociate ci racconta.
«O veri credenti, quando vi accingete alla preghiera, lavatevi il viso e le braccia fino ai gomiti; fregatevi la testa e i piedi fino alla caviglia» impone il Corano. Queste ritualità sono simili alle abluzioni rituali praticate nell’Ebraismo, ritualità alle quali in Corano direttamente si ispira, come l’”halal” al “kasherùt
 “ Lavo nell'innocenza le mie mani e giro attorno al tuo altare, O Signore” (Salmi 26.6).

Nel Nuovo Testamento cosa si legge?
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?”. Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”......etc.”

La mentalità sessuofobica del Cristianesimo fece il resto, con il risultato che gli scrittori cristiani, tra cui S. Agostino, ci parlano di “santa sporcizia”: gli acquedotti romani che alimentavano le Terme, dove i Quiriti, oltre a dedicarsi alle abluzioni corporali, si rilassavano con compiacenti compagnie, vennero distrutti non dai barbari ma dai Cristiani, con il risultato che a Roma l’apporto idrico presente in epoca imperiale venne superato solo con gli acquedotti del famigerato Ventennio. (Giuliani, F.C.. L’edilizia nell’antichità, Ed. Carocci).

Anche nel Cristianesimo esiste l’abluzione rituale, oltre al Battesimo: il “fedele” all’ingresso nell’edificio religioso intinge le dita nell’Acquasantiera. Ma mente nell’Ebraismo e nell’Islam l’acqua delle abluzioni, una volta utilizzata deve essere “dispersa”, le acquasantiere cristiane, in periodo di epidemie, rappresentano la più sicura fonte di infezione: durante le pestilenze i buoni cristiani andavano in chiesa a pregare e morivano come mosche, mentre gli ebrei che vivevano assieme a loro non si ammalavano o si ammalavano in minor misura e questo rappresentò in periodo medioevale una delle cause maggiori della nascita dell’antisemitismo.

Se poi passiamo alla tecnologia, vediamo che buona parte quello che ne ha permesso lo sviluppo in ambito occidentale ci proviene direttamente o tramite la mediazione dell’Islam: la bussola, l’astrolabio, il timone centrale e la vela latina nell’ambito della navigazione, alcune importanti tecniche siderurgiche (l’acciaio “di Damasco”), l’arco acuto che permette di contenere le spinte orizzontali nelle volte, la coltivazione di numerosissime specie di piante, paradossalmente la tecnica della distillazione alcoolica.... ma fondamentale fu per l’Occidente la conoscenza del pensiero dei filosofi e degli scienziati Greci e Romani, di cui i Crociati vennero a conoscenza tramite le traduzioni arabe, pensiero che, unito al persistere della tradizione romana, diede avvio al Rinascimento.
Perché l’Occidente fu in grado di spingere verso il progresso tecnologico, mentre l’Islam subì un’involuzione?

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