lunedì 23 febbraio 2015

Lettera


 http://www.lsblog.it/index.php/interni/4322-fossero-queste-le-colpe-del-cav


Mi sia cortesemente consentito indirizzare tramite questo Blog, seguendo una tradizione anglosassone secondo la quale gli eletti sono tempestati di lettere da parte detlgi elettori,  una lettera al Protagonista della vicenda narrata nell’articolo, in quanto quella che inviai tempo fa rimase ovviamente senza risposta.

Egregio Presidente B.
Il problema, come si diceva una volta, è politico.
Una volta a Roma, dietro piazza Navona, c’era un albergo che era diventato praticamente la foresteria di importanti esponenti di un Partito allora molto in auge, oggi un po’ meno.
Nel bar di questo albergo stazionavano in permanenza alcune gentildonne dalle gambe chilometriche appollaiate sugli sgabelli del bar.
Agli esponenti di quel Partito vennero (giustamente, secondo me) presentati parecchi conti da saldare ma proprio su questo si sorvolò. Come mai? Altri tempi, altre modalità nell’agire? Sicuramente.
Trascuriamo naturalmente il fatto che, ad altri, conti ben più gravi non vennero presentati, ma questo è un altro fatto.

Lei ha sempre tenuto a precisare la sua distanza dai politici di professione, ma che quando si viene eletti si debbano tenere presente gli effetti di quelle che potrebbero essere anche le più piccole minuzie del proprio comportamento mi pare rappresenti incontrovertibilmente la differenza tra un professionista e un dilettante.

Molti anni fa un noto Esponente politico locale mi incaricò di occuparmi del condono edilizio di una minuscola finestrella di aereazione aperta in un bagno della sua abitazione. Io mi misi a ridere, pensando a quanto remota fosse l’eventualità di un controllo dei Vigili Urbani in casa sua: lui serissimo mi ingiunse di occuparmene immediamente, e non mi diede tregua sino a quando tutte le carte non furono a posto.
Pensiamo agli Esponenti democristiani negli anni ’50 per le vacanze a Fregene su sedia a sdraio e fazzoletto in testa e ai loro epigoni ai Caraibi ritratti in acrobatici tuffi dagli yacht di personaggi chiaccheratissimi...... altro secolo.

Anche senza il caso Ruby, in quanto, come giustamente detto nell’articolo, sfido chiunque a riconoscere che la ragazza non avesse ancora diciotto anni (oltretutto le arabe hanno pubertà precocissime, si sposano a tredici o quattordici anni e passata la ventina sono già vecchie) ma come pensare che torme di giornalisti e fotografi assatanati che bivaccano in pianta stabile davanti al cancello cercando il minimo spunto per scrivere qualcosa di negativo contro di Lei non sentano l’afrore dei ferormoni femminili che si sprigionano dalla sua Villa?

E con l’aggravante che questo avviene dopo che una allora quasi ex-moglie sagacemente consigliata l’ha pubblicamente ehmm..... le ha fatto una pubblica ramanzina su un giornale a Lei ferocemente avverso.
E dopo che Lei se l’è cavata per il rotto della cuffia quando una sua inopinata apparizione ad una festa di compleanno ha fatto rizzare le orecchie all'allora suo peggior nemico tra i giornalisti.

Come non pensare che qualcuno, con un ghigno satanico di soddisfazione sul volto, metaforicamente non si apposti, come si usa dalle mie parti, dietro un muretto a secco con un fucile caricato a pallettoni doppio zero?

Naturalmente non penso affatto che certe frequentazioni e certi comportamenti possano mai avere una rilevanza penale, in quanto di frequentazioni e comportamenti privati a me, come cittadino, importa meno di nulla e meno ancora dovrebbe importare alla Legge.

Anzi, l’accanimento giudiziario, più che dimostrato dalle migliaia di perquisizioni delle Fiamme Gialle nelle sue Aziende e il sostanziale nulla che ne è scaturito, mi fa pensare che come Imprenditore e Uomo politico Lei sia, tra tutti i grandi Imprenditori italiani, persona non meno onesta, anzi, di taluni noti per i loro blasoni e quarti di nobiltà, anche politica.

Mi importa invece, e molto, se, a causa di comportamenti privati non complessivamente valutati ( e in parte anche pubblici: il cucù alla Merkel! alla Merkel.......), Lei dà modo ai suoi avversari (o forse sarebbe meglio usare il vocabolo corretto, nemici) di attaccarLa in maniera tale da farLe passare più tempo con i suoi Avvocati che in Consiglio dei Ministri; nemici che così riescono a trovare nei suoi comportamenti il perfetto appiglio per poterla distruggere politicamente e quindi, per quello che mi interessa, riescono pienamente a vanificare il mio voto.

Mi ricordo le immagini di un tiggì dove Michelle Obama ritirò quasi con fastidio la mano per non stringere quella da Lei tesa: non che della First Lady mi importi particolarmente, ma la First rappresenta il Popolo americano, e Lei quello Italiano, e qulla stretta di mano me la sono sentita negata personalmente.

Ed è possibile che nei mei viaggi all’estero mi sia spesso stato chiesto “ And what about Mr. B.?” condito da risolini più o meno sciocchi?
 
Del resto cosa penserebbe Lei se il giorno prima di una importante partita della Squadra di sua proprietà i giocatori venissero sorpresi in “ritiro” con gruppi di avvenenti signorine? Forse qualcuno avrebbe avuto qualcosa da ridire, Lei per primo, per un comportamentio che, giustamente, potrebbe chiaramente definito “non professionale”.
Ah, forse proprio a questo motivo potrebbe essere ascritto il fatto che la posizione in classifica della sua Squadra non mi pare sia, a quanto mi si dice, attualmente proprio invidiabile.... mi perdoni ma non seguo l’italico pallone.

Mi consenta......... una citazione:
Ou. met.
II 846-850
“Non bene conueniunt nec in una sede morantur
maiestas et amor; sceptri grauitate relicta,
ille pater rectorque deum, cui dextra trisulcis
ignibus armata est, qui nutu concutit orbem
induitur faciem tauri mixtusque iuuencis
mugit et in teneris formosus obambulat herbis.”

Il fatto fondamentale è che Lei mi è sembrato, anche se oggi non ne sarei più così certo, nemico dei miei nemici: uno statalismo e un localismo prorompenti e dirompenti, un fiscalismo transilvano, una burocrazia rispetto alla quale i thugs di salgariana memoria erano dei chierichetti, per cui dal 1994 in poi mi risolsi a votare per Lei.

Ma avere dei nemici in comune, come Churchill e Stalin ampiamente dimostrano, purtroppo non basta per garantire una sempiterna amicizia, pur nella consapevolezza che Lei moltissimo ha pagato per le sue scelte. Ed in ogni caso a Lei va il mio ringraziamento per aver fermato la “gioiosa macchina da guerra” sotto la quale l’Italia di oggi sarebbe, a mio modesto giudizio, stata assai peggiore di quella che è oggi.
Ed è tutto dire.

Da Inglese mi sarebbe piaciuto terminare questa lettera con quancosa del tipo I beg to remain, Sir, your most humble and obedient servant ma da italiano, e fiero di esserlo, mi fa piacere inviarLe i miei sinceri auguri e i miei più cordiali saluti.

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