domenica 6 luglio 2014

Soldatesse



Come detto da altre parti, per ventidue anni mio Padre è stato il General Manager di una importante Impresa di Costruzioni nella c.d. “quarta sponda”, “scatolone di sabbia”, etc.

Mio Padre si chiamava Vittorio ed aveva una mentalità austeramente “vittoriana” e mai si sarebbe sognato di raccontare questo fatterello che mi è stato raccontato da un suo Capocantiere co-protagonista dell’episodio.....

Il Capo dei Servizi Segreti, con il quale mio Padre, per i contratti che gestiva, aveva contatti pressoché quotidiani, telefona:
“Andate alla caserma delle Soldatesse (la famosa Guardia del corpo Femminile del noto Dittatore N.d.A.)” dice “ci sono dei lavori urgenti da fare.”

Non è bene fare disattendere i voleri del Capo dei Servizi Segreti per cui mio Padre chiama il Capocantiere: “Dobbiamo andare alla Caserma delle Soldatesse. Pare ci siano lavori da fare.”
Vanno, si presentano al posto di guardia, pass etc.

Naturalmente nella Caserma, inaugurata solo da qualche mese, non c’era più un rubinetto da dove uscisse dell’acqua, una finestra che chiudesse, o una mattonella  senza sbeccature.

Finito il sopralluogo fanno per andarsene attraversando il giardino.

All’ombra di un palmizio stanno sedute su una panchina due soldatesse, che con sfacciataggine guardano i due maschi europei.

Mio Padre tira dritto, il Capocantiere ricambia lo sguardo.

Una delle soldatesse si sbottona la camicia e presenta alla vista un seno di pregevole fattura.

Al Capocantiere cadono gli occhi in terra.

 “Hai voglia di passare qualche anno in una prigione di questo posto?” dice mio Padre trascinando via per un braccio il Capocantiere......

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