Come detto da altre parti, per ventidue anni mio Padre è
stato il General Manager di una importante Impresa di Costruzioni nella c.d.
“quarta sponda”, “scatolone di sabbia”, etc.
Mio Padre si chiamava Vittorio ed aveva una mentalità
austeramente “vittoriana” e mai si
sarebbe sognato di raccontare questo fatterello che mi è stato raccontato da un
suo Capocantiere co-protagonista dell’episodio.....
Il Capo dei Servizi Segreti, con il quale mio Padre, per i
contratti che gestiva, aveva contatti pressoché quotidiani, telefona:
“Andate alla caserma
delle Soldatesse (la famosa Guardia del corpo Femminile del noto Dittatore
N.d.A.)” dice “ci sono dei lavori urgenti
da fare.”
Non è bene fare disattendere i voleri del Capo dei Servizi
Segreti per cui mio Padre chiama il Capocantiere: “Dobbiamo andare alla Caserma delle Soldatesse. Pare ci siano lavori da
fare.”
Vanno, si presentano al posto di guardia, pass etc.
Naturalmente nella Caserma, inaugurata solo da qualche mese,
non c’era più un rubinetto da dove uscisse dell’acqua, una finestra che
chiudesse, o una mattonella senza
sbeccature.
Finito il sopralluogo fanno per andarsene attraversando il
giardino.
All’ombra di un palmizio stanno sedute su una panchina due
soldatesse, che con sfacciataggine guardano i due maschi europei.
Mio Padre tira dritto, il Capocantiere ricambia lo sguardo.
Una delle soldatesse si sbottona la camicia e presenta alla
vista un seno di pregevole fattura.
Al Capocantiere cadono gli occhi in terra.
“Hai voglia di passare qualche anno in una
prigione di questo posto?” dice mio Padre trascinando via per un braccio il
Capocantiere......
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