domenica 6 luglio 2014

Il tè nel deserto



Per ventidue anni mio Padre è stato il General Manager di una importante Impresa di Costruzioni nella c.d. “quarta sponda”, “scatolone di sabbia”, etc.

Il Proprietario era un ricchissimo locale, tutto il Management e la mano d’opera specializzata italiana, la manovalanza composta di thailandesi. Nessun altro locale oltre al proprietario.

Un bel dì uno dei dipendenti viene raggiunto dalla eccitatissima giovane Moglie, alla quale non sembra vero di trovarsi in un posto del tipo “Il tè nel deserto”.

 L’ambiente è piccolo, le voci girano.

Mio Padre convoca il Dipendente e la di Lui Signora.

“Signora, eviti di dare confidenza ai locali, non vada nel souk da sola e soprattutto non ci vada vestita in questo modo, men che meno con i pantaloni...”

“Lei è un fascista!!!!” lo investe l’Esimia “Lei non capisce niente!!!! Loro sono esattamente come noi!!!! Io sono maggiorenne e lei non mi deve dire cosa posso o non posso fare!!!!!” e seguita per cinque minuti con simili amenità.

“Signora, io quello che le dovevo dire gliel’ ho detto. Faccia quello che crede. Cerchi di non creare delle grane.”

Naturalmente, dopo qualche giorno succede quello che doveva succedere.

“Embé?” dirà qualcuno “queste cose anche in Italia succedono tutti i giorni”.

Si, purtroppo, lo so benissimo anche io. Ma la cosa interessante è successa dopo.

Quando la Signora piangente, accompagnata dal maritino, si è recata al posto di Polizia per sporgere denuncia, è stata accolta esattamente con queste parole dal Sergente di guardia:
“Ahh, ti è successo questo? Ed eri vestita così?”
“Siiii....” ammette la Signora tra le lacrime.
“Allora vattene via subito e ringrazia che non ti mettiamo dentro per prostituzione.”
Sic.

Nessun commento:

Posta un commento