https://www.corriere.it/cronache/personaggi-italia/22_luglio_18/confalonieri-moglie-annick-covid-4129d358-0606-11ed-b53c-f5a8ed9fedc6.shtml
https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/39-vero-anziani-covid-fa-male-sentite-quante-sciocchezze-spara-317701.htm
Io mi domando perché mai certe persone, sicuramente in grado
di leggere tra le righe del bilancio di una Società per azioni con la stessa
facilità con la quale Alan Turing leggeva i messaggi criptati della Kriegsmarine, ma che probabilmente non
leggono un libro di Storia dai tempi del Liceo (può darsi abbia letto quelli di
pseudo-storia del suo amico Indro Montanelli), vogliano parlare di argomenti
sui quali non sono, diciamo così, minimamente preparati.
Non parliamo poi di quando a parlare (a blaterare...) sono personaggi come
coloro che, in mutande, corrono dietro a un pallone, o quelle che una volta
venivano definite “sciantose”, che hanno dovuto colorare l’ultimo libro che è
passato per le loro mani.
Detto per inciso, pare che le “sciantose” abbiano oggi un corrispontente del
sesso opposto, da cui non sono sempre distinguibili.
Ma che ci parlino di come sono riusciti a fare le valanghe di soldi che hanno
fatto, argomento che sarebbe veramente interessante e sul quale tengono sempre la bocca rigorosamente cucita, e non si occupino di argomenti
come l’Unità d’Italia, della quale non possiedono minimamente le conoscenze per
poterne parlare...
L’Unità d’Italia venne “sponsorizzata” proprio dall’alta borghesia e dalla nobiltà lombarda,
che avevano fatto valanghe di soldi con l’agricoltura delle ricche cascine (l’agricoltura
lombarda è, ancora oggi, la più importante d’Italia, ancora più di quella dell’Emilia
Romagna o della Sicilia) e che voleva investire questi soldi in un’industria allora
nascente che prometteva lauti guadagni, vale a dire quella feroviaria.
L’Impero austro-ungarico però si opponeva, in quanto intendeva in tutti i modi
favorire e proteggere le industrie siderurgiche della Carinzia.
Inoltre il Regno delle Due Sicilie stava iniziando a diventare un pericoloso
concorrente (la prima ferrovia italiana fu la Napoli-Portici, non la
Milano-Monza... ricordiamo).
Se a questo si aggiunge il fatto che la Gran Bretagna aveva bisogno di uno
Stato che minacciasse dal sud l’Impero francese, che l’Impero francese aveva
bisogno di uno Stato-cuscinetto con l’Impero austro-ungarico, che sempre la
Gran Bretagna vedeva con sospetto lo sviluppo della Marina borbonica che
interferiva nel Mediterraneo in un periodo in cui si iniziava a ventilare la
realizzazione del canale di Suez e quindi di una rapida comunicazione con l’India
( senza la protezione delle fregate inglesi il Piemonte e il Lombardo, ridotti
a schiumarole, a Marsala non ci sarebbero mai arrivati...) si vede che l’Unità
d’Italia è un fatto molto complesso del qualte, del tutto artatamente, al Liceo
mai ci hanno fatto capire qualcosa. Altro che “...grido di dolore...”
Nella mia giovinezza mai ho sentito gli industriali di allora blaterare su
argomenti di cui nulla conoscevano: si sono limitati a fare grande l’Italia lavorando
per quindici ore al giorno “in fabbrica”.
E meno ancora ne sentivo parlare dai calciatori, dai ciclisti e dalle “sciantose”
di allora.
Ma purtroppo il guaio oggi è ancora maggiore: l’ignoranza è arrivata nelle
Scuole, nelle Università e ha finalmente raggiunto il Parlamento, con i
risultati che si vedono.
Come vorrei ritornassero quei tempi, in cui “la gente” non aveva remore a dire “...ma io di queste cose non me ne
intendo...”
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