lunedì 18 luglio 2022

Il “...grido di dolore”...


https://www.corriere.it/cronache/personaggi-italia/22_luglio_18/confalonieri-moglie-annick-covid-4129d358-0606-11ed-b53c-f5a8ed9fedc6.shtml

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/39-vero-anziani-covid-fa-male-sentite-quante-sciocchezze-spara-317701.htm

Io mi domando perché mai certe persone, sicuramente in grado di leggere tra le righe del bilancio di una Società per azioni con la stessa facilità con la quale Alan Turing leggeva i messaggi criptati della Kriegsmarine, ma che probabilmente non leggono un libro di Storia dai tempi del Liceo (può darsi abbia letto quelli di pseudo-storia del suo amico Indro Montanelli), vogliano parlare di argomenti sui quali non sono, diciamo così, minimamente preparati.

Non parliamo poi di quando a parlare (a blaterare...) sono personaggi come coloro che, in mutande, corrono dietro a un pallone, o quelle che una volta venivano definite “sciantose”, che hanno dovuto colorare l’ultimo libro che è passato per le loro mani.
Detto per inciso, pare che le “sciantose” abbiano oggi un corrispontente del sesso opposto, da cui non sono sempre distinguibili.

Ma che ci parlino di come sono riusciti a fare le valanghe di soldi che hanno fatto, argomento che sarebbe veramente interessante e sul quale tengono sempre la bocca rigorosamente cucita, e non si occupino di argomenti come l’Unità d’Italia, della quale non possiedono minimamente le conoscenze per poterne parlare...

L’Unità d’Italia venne “sponsorizzata” proprio dall’alta borghesia e dalla nobiltà lombarda, che avevano fatto valanghe di soldi con l’agricoltura delle ricche cascine (l’agricoltura lombarda è, ancora oggi, la più importante d’Italia, ancora più di quella dell’Emilia Romagna o della Sicilia) e che voleva investire questi soldi in un’industria allora nascente che prometteva lauti guadagni, vale a dire quella feroviaria.
L’Impero austro-ungarico però si opponeva, in quanto intendeva in tutti i modi favorire e proteggere le industrie siderurgiche della Carinzia.
Inoltre il Regno delle Due Sicilie stava iniziando a diventare un pericoloso concorrente (la prima ferrovia italiana fu la Napoli-Portici, non la Milano-Monza... ricordiamo).

Se a questo si aggiunge il fatto che la Gran Bretagna aveva bisogno di uno Stato che minacciasse dal sud l’Impero francese, che l’Impero francese aveva bisogno di uno Stato-cuscinetto con l’Impero austro-ungarico, che sempre la Gran Bretagna vedeva con sospetto lo sviluppo della Marina borbonica che interferiva nel Mediterraneo in un periodo in cui si iniziava a ventilare la realizzazione del canale di Suez e quindi di una rapida comunicazione con l’India ( senza la protezione delle fregate inglesi il Piemonte e il Lombardo, ridotti a schiumarole, a Marsala non ci sarebbero mai arrivati...) si vede che l’Unità d’Italia è un fatto molto complesso del qualte, del tutto artatamente, al Liceo mai ci hanno fatto capire qualcosa. Altro che “...grido di dolore...”

Nella mia giovinezza mai ho sentito gli industriali di allora blaterare su argomenti di cui nulla conoscevano: si sono limitati a fare grande l’Italia lavorando per quindici ore al giorno “in fabbrica”.
E meno ancora ne sentivo parlare dai calciatori, dai ciclisti e dalle “sciantose” di allora.
Ma purtroppo il guaio oggi è ancora maggiore: l’ignoranza è arrivata nelle Scuole, nelle Università e ha finalmente raggiunto il Parlamento, con i risultati che si vedono.
Come vorrei ritornassero quei tempi, in cui “la gente” non aveva remore a dire “...ma io di queste cose non me ne intendo...”

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