mercoledì 24 dicembre 2025

Aiuti umanitari

 



Nel giugno del 1967 per la prima volta misi piede in Africa. Dopo un volo Catania-Tripoli su un “Caravelle” Alitalia e un volo successivo Tripoli –Bengasi-Tobruk su un F-27 delle “Lybian Airlines” (ma i piloti erano italiani...) arrivammo finalmente a destinazione.

Arrivati a casa c’era il problema fondamentale di rifornire la dispensa, per cui, deposte le valige, ci recammo in un piccolo “market” nella piazzetta di fronte.
Definirlo “market” è decisamente sopravvalutarlo, ma tant’è.
Il negoziante si chiamava Khalifa e aveva una specie di svenimento quando entravano le signore europee in abiti estivi.


Mia Madre mi chiede di cercare in giro una lattina di olio di semi: cerco e ne tiro giù una da uno scaffale. Sotto la scritta, verniciata sulla lattina, “Sunflower oil” ce n’è un’altra, che traduco:
“Dono del Popolo degli Stati Uniti. Non si può né vendere né commerciare.”
Non mi ricordo quante piastre costò, ma non era gratis.
Capito che fine fanno gli “aiuti umanitari” a Gaza?

E qui mi fermo.
Purtroppo non sono riuscito a trovare una street view della piazza dove abitavamo: nella foto, tratta dalla rete, una vista di Tobruk presa dal lato opposto della baia, con in primo piano un Maggiolino esattamente identico a quello che mio Padre aveva nel 1967.

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