Moltissimi anni fa chiaccheravo in un dopocena con un mio conoscente britannico, molto più grande di me, perché aveva l’età di mio padre, o forse anche di più.
“Sono nato in India”, mi raccontava, “perché mio padre era un funzionario delle ferrovie indiane. Per fare i lavori pesanti, come spostare le traversine e mettere i binari non c’erano i trattori, c’erano gli elefanti... ogni tanto un leopardo si mangava un ferroviere, e a mio padre toccava imbracciare il fucile e tentare di farlo fuori...”
Spero di essere riuscito, mente mi raccontava queste cose, a mantenere un imperturbaile aplomb britannico mentre pensavo:”Bumm.. Quando ci si mettono gli inglesi possono esssere anche più ballisti di noi italiani...” ma, una volta rientrato in Italia e documentatomi (fu complicato, la cosa mi aveva intrigato e internet non c’era ancora) mi resi conto che le sue parole non avevano niente di eccessivo, anzi.
Difficile per noi italiani, che viviamo in un territorio antropizzato da millenni, renderci conto di certe cose, soprattutto di questi tempi di insulso e deteriore “ambientalismo” prét-a-porter.
Nel 2006 uno
di degli orsi sciaguratamente immessi nel Parco dell’Adamello si fece una
lunga camminata verso la Germania.
“State attenti al vostro orso...”
avvertirono le Autorità tedesche, “se
questo orso arriverà in Germania, sarà immediatamente abbattuto.”
L’orso, denominato Jj1, tentò di varcare la frontiera senza esibire un regolare passaporto e cosa fecero i tedeschi? Esattamente quello che avevano detto.
https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/26/bruno.shtml
Le reazioni degli ambientalisti furono allora molto flebili, ed è da notare che i Verdi, in Germania, avevano ed hanno una presa elettorale ben maggiore che da noi.
Qualche
settimana fa, quando si sparse la notizia che gli orsi si stavano spingendo
verso aree molto densamente popolate, ebbi modo di dire ad una mia Amica “non vedo bene questa situazione, qui ci
scapperà il morto vedrai...” e ne ebbi in risposta una serie di ”...ma no, ma perché...” eccetera
eccetera.
Purtroppo il fatto è avvenuto e mi sia consentito porgere le mie più sincere
condoglianze alla famiglia del runner
ucciso.
Non è che io sia contro gli orsi, tutt’altro: io sono contro le persone che, non avendo la più pallida idea di cosa significhi natura e ambiente, si lanciano in elucubrazioni che partono da premesse puramente ideologiche.
“Bisogna imparare a convivere con gli orsi... ai turisti che vanno a vedere gli orsi in Alaska vengono messi campanellini ai piedi per avvertire gli orsi del loro arrivo...” tra le bip più sensazionali che ho letto, a firma di strarpagati giornslisti e giornaliste, tutti dalla parte dell’orso, ovviamente.
I più orridi tra i commenti quelli del tenore “se l’è cercata..” o “ peggio per lui che ha invaso il territorio dell’orso”.
Innanzitutto
mi viene da pansare come settat’anni di televisione, e quindi di cartoni
animati e di film di note case cinematografiche americane, abbiano potuto martellare
il cervello della “gente” a partire dalla prima infanzia, sino ad arrivare a
falsare totalmente la percezione del “reale”.
Diversi anni fa (1987) tre poveri ragazzini entrarono di soppiatto nel recinto
degli orsi bianchi di uno zoo americano. Risultato: uno sbranato e due salvati
in extremis dai sorveglianti dello zoo, che riusciroino ad abbattere gli
animali.
“Pensavamo che gli orsi fossero buoni...”
la dichiarazione dei due superstiti.
No, l’orso
non è buono per niente: è un pericoloso onnivoro con una spiccata predilezione
per la carne.
Esattamente come l’homo sapiens e il neanderthalensis , ai quali si deve
peraltro l’estinzione dell’Ursus Spelaeus,
molto più grande degli orsi europei attuali.
E l’orso ha tutt’altro che un carattere accomodante: quando nelle montagne himalayane un orso e una tigre si incontrano, spesso e volentieri è proprio quast’ultima a girare al largo per prima, dopo brevi schermaglie.
Ritornando ai leopardi del padre del mio amico inglese, alle mie letture successive,e soprattutto alle conversazioni che ebbi con persone veramente esperte del settore (tra gli altri, mio Suocero, che era veterinario condotto e, per effettuare certe vaccinazioni in zone particolarmente impevie, ci andava addirittura.. a cavallo, non nel secolo scorso, pardon, per me il secolo scorso continua ad essere l'800, ma nel 1984), occorre dire che questi animali, cioé leopardi, leoni, tigri, orsi, se vivono in un vasto ambiente dove l’uomo è assente e la caccia proficua, in genere non hanno ragione di andare a cercare grane.
Inoltre,
tutti questi animali hanno un olfatto molto sensibile, incommensurabilmente
superiore a quello dell’uomo e, visto che quest’ultimo ha un odore
particolarmente intenso per loro, generalmente se ne tengono alla larga.
Vedremo poi di illustrare ulteriormente questo fatto.
Quando però diminuisce l’areale nel quale questi animali si procacciano il cibo, oppure l’animale ha incontri fortuiti con l’uomo, oppure ha menomazioni che gli impediscono di cibarsi della prede abituali, questi animali si rendono conto del fatto che che l’uomo costituisce una preda particolarmente facile, per cui l’esemplare diventa estremamente pericoloso e deve essere necessariamente abbattuto perché, anche se rinchiuso in una gabbia, costituirebbe un pericolo mortale anche per i guardiani.
Tutti gli
esserei viventi infatti, piante comprese, adottano il c.d. “principio di
economia”.
La legge spagnola stabilisce che il toro, una volta entrato nella “plaza de toros”, ne esca esclusivamente
morto.
Questo perché al toro da corrida, che durante l’allevamento viene tenuto il più
possibile distante da ogni presenza umana, bastano pochi minuti per rendersi
conto che il torero può essere vulnerabile, e metterebbe queste “conoscenze” a
frutto in una corrida successiva, con i risultati che si possono immeginare per
il toreador...
Quindi no, assolutamente, è totalmente sbagliato che “gli uomini è gli orsi devono imparare a convivere”: gli orsi devono stare da una parte e gli uomini dall’altra, per il bene reciproco di entrambi.
“..musulmano stai in zeriba e leone stai in savana..” dice un proverbio arabo...
Tornando a
mio suocero veterinario, che non esitava a trascorrere una notte in bianco per
assistere una mucca alle prese con un parto distocico, slogandosi anche una
spalla cercando di estrarre il feto morto, detestava cordialmente tutti coloro
che affibbiavano agli animali caratteri e presonalità tipiche degli umani.
E non solo lui...
In uno dei Paesi più tradizionalisti della montagna della mia Regione, il vecchio capocaccia, davanti al caminetto, è immerso nei suoi pensieri. La sua cagnetta, anche lei capocaccia di innumerevoli battute al cinghiale, pisola ai sui piedi. Fuori dalla finestra ci sono dieci centimetri di neve.
Ad un certo punto entra una frotta di ragazze, le quali si dirigono immediatamente veso la cagnetta e iniziano a vezzeggiarla.
“Ciù, cìù ciù ciù, fiù, fiù fiù fiù, tze, tze tze, tze...”
Il vecchio capocaccia, visibilmente infastidito, si alza e porta via la cagnetta.
“..’ustas ‘eminas de ‘asteddu ke allollonanta sos canes”... mormora tra se e se, con le aspirazioni tipiche della parlata del Paese...
(Queste donne di città che rimbecilliscono i cani... la traduzione...)
“..Fa più danni all’ambiente una brigata di ‘cittadini’ in una c.d. passeggiata ecologica degli unni di Attila...” mi disse una volta una persona con importanti responsabilità in campo ambientale.
“..questi vengono a fare la loro
passeggiata ecologica letteralmente imbevuti di dopobarba e di Chanel N°5” mi diceva “ e lascino nei sentieri una scia che si protende per per km e per decine
e decine di metri a destra e a sinistra del sentiro e che rimane per giorni, se
non per settimane.
L’animale, che ha un olfatto enormemente superiore al nostro, sente questo
odore al quale non è abituato e si astiene dal transitarvi, con il risultato
che l’areale nel quale si procaccia il cibo viene drasticamente ridotto.
In questo modo il “cittadino ambientalista”, quello che si scaglia contro la
caccia, ha causato la morte per fame di un numero non minore di selvatici di quelli
di un cacciatore.”
Ed anche:
“.. i cervi e i daini che popolano
attualmente i parchi, pur grandisimi, della nostra Regione”, ebbe a dirmi in altra circostanza, “...sono decisamente troppi per le risorse che
questi animali hanno a disposizione. Noi siamo quidi davanti ad una scelta: o fornirgli
noi il mangime e l’acqua di cui hanno bisogno, facendoli in questo modo
diventare amimali domestici poco diversi da una mucca, con il risultato che questi
animali amplierebbero ancora di più il loro numero con i problemi che questo
comporterebbe, o lasciarli morire di fame e di malattie, perché un animale
defedato si ammala molto facilmente,
contagiando poi l’intero branco. Una politica di abbattimento controllato, in
particolare degli animali vecchi e malati, cosa che si fa in tutto il mondo
civile, consentirebbe sia di tenere ottimale il numero degli esemplari in
relazione al territorio, sia di ottenere dei fondi con i quali ampliare i
nostri interventi.”
Figuriamoci! Nonostante l’interessamento di allora importantissimi esponenti
politici la cosa andò avanti?
Il medesimo ragionamento vele naturalmente anche per gli orsi naturalmente. O si vogliono dare a questi animali le pillole anticoncezionali?
Si noti che
io non sono mai stato cacciatore, né ebbi mai la tentazione di diventarlo:
venni invitato ad una battuta di caccia una sola volta in vita mia, quando
avevo dodici o tredici anni.
Non si vuole credere a quanto ho scritto in queste righe?
Si creda allora a quello che dice il celebre scrittore Mario Rigoni Stern, nel libro che costituisce l’immagine di copertina di questo articolo.
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