Ah, questi Inglesi…
Vincono una guerra ed è come se vincessero una partita di calcio, e perdono una partita di calcio ed è come se perdessero una guerra…
Parafrasi da…
Ho
conosciuto quattro generazioni di britannici: quelli della generazione di mio
padre, che avevano fatto la IIa G.M., i loro figli (una settantina d’anni oggi,
la mia generazione), i loro nipoti (una quarantina) ed loro bisnipoti (teen-agers oggi).
La caduta è stata verticale.
Mi trovavo negli anni ’70 in Inghilterra, dove vivevo al primo piano di una tipica casetta a schiera di un quartiere povero ma dignitoso, di quelle con un micro-giardinetto davanti e un micro-giardinetto dietro. Abituato ai miei ritmi mediterranei estivi, risvegliandomi da una siesta pomeridiana, mi affacciai alla finestra e vidi, nel giardinetto a fianco, a pochi metri di distanza in linea d’aria, tre ragazzini che giocavano a freccette: a turno li vedo tirare, segnare i punti, passare le freccette a chi seguiva nel turno, il tutto nel più assoluto silenzio.
“Fossimo stati in Italia” pensai immediatamente, “mi sarei potuto scordare la pennichella.”
Avevo fatto amicizia con una famiglia inglese (entrambi erano molto più anziani di me: Alfred, detto Alf, aveva combattuto contro di noi in Nord Africa) e, parlando con loro, riferii il fatto e mi congratulai per l’impeccabile educazione dei ragazzini britannici.
“Si”, mi disse Alf “ma non durerà. Proprio quest’anno (come detto era il 1975 o ‘76) sono state abolite nelle nostre scuole le punizioni corporali. Queste punizioni corporali non erano poi granché” Alf mi spiegò. “Quando la combinavi grossa, si riuniva il Consiglio dell’Istituto che comminava questa punizione, che veniva impartita la mattina dopo prima dell’ingresso delle Classi. Erano dal punto di vista fisico puramente simboliche, e io stesso le ho subite un paio di volte. Una volta finito, ti veniva rivolta la fatidica domanda: “Qualcosa da dire, Mr. Tal dei Tali?”. Inutile dirti quale dovesse essere la risposta. Questa abolizione sarà la rovina dei nostri giovani.”
Era evidentemente il “Qualcosa da dire, Mr. Tal dei Tali?” la parte più importante di tutta l’operazione.
Una quarantina di anni dopo mi trovavo a tarda sera in metropolitana, nel lungo percorso da Hillingdon a Covent Garden. Entrano una mezza dozzina di scalmanati giovincelli al massimo dodicenni che, salendo con i piedi sui sedili e saltando da tutte le parti, iniziano a staccare tutti i manifesti pubblicitari e i cartelli presenti nel vagone, appallottolandoli e lanciandoli dappertutto, ovviamente facendo un c..hiasso micidiale. Due o tre fermate dopo scendono.
Certamente non vorrei riportare in auge metodi medioevali, ma non potei non pensare “Aveva ragione Alf...” nel ricordare l’episodio della pennichella.
Nessun commento:
Posta un commento