La sorella di un amico stava negli S.U., per cui la Mamma, una o due volte all’anno, si recava a trovare figlia e nipoti.
Una volta, terminata la la vacanza, si era recata all’aeroporto per rientrare in Italia, chek-in, passaporto, quando malauguratamente inciampa in una scala mobile e cade a terra abbastanza pesantamente .
Una caviglia è un po' dolorante ma
fortunatamente niente di rotto o di particolarmente grave.
Compare dal nulla una squadra di infermieri con una barella perfettamente attrezzata
che soccorre la signora e vuole a tutti i costi portarla in infermeria per
procedere ad accertamenti.
La Signora fortunatamente non è una di quelle lagnose e cerca di divincolarsi: “...ma no, posso camminare, sono in ritardo, perdo l’aereo...”
Il capoinfermiere insiste “... ma noi dobbiamo....” e così la signora “...lasciatemi andare...”
“Signora, ci dia almeno le sue generalità e ci firmi questo modulo...” fa il Capo infermiere.
La signora dà il suo passaporto e mette uno scarabocchio sul modulo.
La squadra di infermieri accompagna la signora al gate, la raccomanda al ground crew, e la saluta.
Dopo una quindicina di giorni a arriva dagli Stati Uniti una raccomandata e la signora, un po’ preoccupata, la apre. “.... cosa vorranno mai da me questi.....”
La apre e... quasi sviene. All’interno le scuse della Direzione aeroportuale per quanto successo, un questionario per conoscere il suo parere sull’assistenza ricevuta e... un assegno, che se accettato sarebbe stato considerato titolo di risarcimento, per un importo ben più che sufficiente per un nuovo viaggio negli Stati Uniti.
Mi immagino il medesimo episodio in un aeroporto italiano: ma perché abbiamo dovuto importare dagli Stati Uniti tutti gli aspetti più deteriori del loro modo di vivere e della loro mentalità, che evito di nominare, esportando a nostra volta tutte le nostre peggiori abitudini che, del pari, evito di nominare?
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