Poichè vedo già nasi arricciati, i Pacifisti, gli Animalisti, i Veganisti etc. tengano presente che il Tiro a Segno, in tutte le sue forme, sia esso
fatto con armi moderne o che si utilizzino armi con le quali fortunatamente non
ci si ammazza più da secoli, come l’arco o il giavellotto, sono tutti sport che, a differenza dell'italico pallone,
insegnano la modestia a tutti. Addirittura in Giappone il Tiro con l’arco, il 弓道, che non è propriamente uno sport ma è un’Arte
marziale, è una delle Arti della “Via”, cioè che conducono al miglioramento di
se stessi, come il 茶の湯 (lett. “l’acqua calda per il the” cioè la Cerimonia
de the), lo 書道, cioé l’arte
della calligrafia ecc. Come scrisse un famoso Maestro di 弓道, Inagaki Genshiro (1911-1995), 9° dan Hanshi:
“Non si arriva dal Kyudo allo Zen, come
affermano certi libri scritti da Occidentali che non hanno ben compreso lo
spirito (kokoro) degli Orientali. Forse, tramite lo Zen, si potrà arrivare al
Kyudo”.
Inoltre, il Tiro a Segno e il Tiro con
l’Arco sono gli unici sport dove i normoabili competono regolarmente con i diversamente abili. Lo si tenga presente. Fatta la premessa, veniamo a noi.
Molti anni fa (metà anni ’80) da
giovane ingegnere facevo un po’ di libera professione.
Trascurando il prologo, mi telefona da Roma il Direttore dell’Ufficio Poligoni dell’Unione Italiana di
Tiro a Segno, un vecchio Generale del Genio Militare in pensione.
“Ingenere, sono riuscito a trovare un finanziamento per il vostro
poligono. Prenda contatto con il Colonnello Tal dei Tali della xxxxxesima
Direzione Genio Militare per la stesura del progetto, che dovrà essere redatto
secondo le loro specifiche tecniche e amministrative.”
“Certamente, Generale!”
Non poggio neppure il telefono e
chiamo direttamente la xxxxxesima Direzione Genio Militare “competente per territorio”.
Il telefono fa uno (uno) squillo.
“xxxxxesima Direzione Genio.”
“Buongiorno. Sono l’ingegner Pincopallo. Dovrei parlare con il Colonnello
Tal dei Tali:”
“Glielo passo.”
“Colonnello Tal dei Tali.”
“Buongiorno. Sono l’ingegner Pincopallo. Il Generale Eugenio Galliano mi
ha detto di prendere contatti con voi per la stesura del progetto del poligono di XXXX.”
Posso farne il nome, non credo
che il Gen. Galliano avrà modo di risentirsi: oggi dovrebbe credo essere
ultracentenario. Il Gen. Eugenio Galliano era nipote del più famoso Maggiore
Galliano di Macallé, caduto ad Adua.
“Si, il Generale ha telefonato anche a me. Venga domani mattina alle
nove.”
Benissimo. Grazie. Buongiorno.” Click.
L’indomani mattina, alle nove
meno cinque, sono davanti al piantone.
“Ho un appuntamento con il Colonnello.”
“Venga, l’accompagno.”
“Buongiorno Ingegnere, piacere di conoscerla. Scusi un attimo..” il
Colonnello mi fa mentre compone un numero al telefono “...Capitano Squarciamonti, venga da me.”
Due minuti, non di più, e la
porta si apre. Il Capitano Squarciamonti sbatte i tacchi e porta la mano al
berretto.
“Colonnello...”
“Colonnello...”
“L’ingegner Pincopallo deve fare il progetto del poligono di XXX. Gli dia
tutte le informazioni necessarie. Prego, Ingegnere. Quando avete finito tornate
da me.”
Il Capitano Squarciamonti mi
porta nel suo ufficio e mi consegna tutta la modulistica.
“Ingegnere, vedo che ha già a disposizione la normativa tecnica sull’argomento.
Per quanto riguarda quella amministrativa questo è il modulo per il Computo e
questo il modulo per la Stima, che Lei dovrà obbligatoriamente utilizzare. L’Elenco
prezzi è questo e il Capitolato questo. Se deve utilizzare qualche altra
categoria di lavoro dovrà anche redigere le necessarie Analisi dei Prezzi. Ah,
mi raccomando, eviti di indicare le frazioni di unità di misura, come nella
contabilità civile, i centesimi (allora c’era la lira…) ci complicano solo le
cose. Ha bisogno di altre informazioni?”
“No, Capitano, grazie, tutto chiarissimo.”
“Se ha qualche dubbio eventualmente mi chiami. Bene, torniamo dal
Colonnello.”
Tempo impiegato per entrambi, quindici
minuti.
“Tutto a posto?”
“Si, Colonnello, benissimo.”
“Bene. Vi posso offrire un caffè al Circolo? Andiamo.”
Cinque minuti per un caffè e due
convenevoli e prima delle nove e trenta ero fuori dalla Caserma.
Dopo venti giorni il progetto era
finito, dopo altri tre giorni approvato e dopo un altro mese o poco più (tempo necessario per le pubblicazioni di legge) i lavori venivano
appaltati.
Vediamo adesso le cose dal punto
di vista “civile”.
Mi telefona un Amico “Politico”.
“La Giunta ti ha assegnato il progetto Caio Sempronio, prendi contatti
con l’Ufficio tecnico.”
Telefono. Il telefono squilla. A vuoto.
Ritelefono. Il telefono squilla. Occupato.
Ritelefono. Il telefono squilla.
A vuoto.
Ritelefono. Il telefono squilla. “…. No, il Geom. Arch. Ing. è uscito. Chiami
più tardi.”
Ritelefono. Finalmente riesco a
beccare il famoso Geom. Arch. Ing.
“Ah, guardi, adesso è già l’una, si ... venga domani verso le undici.”
“Va bene, grazie”.
Verso le undici, dopo aver
attraversato chilometri di corridoi deserti, sono di fronte al suo ufficio.
La porta è socchiusa. Busso, ma
nessuno mi risponde. Sbircio, dentro sembra non ci sia nessuno.
Mi dispongo ad aspettare.
L’attesa si prolunga. Mi avvicino
alla porta. Nessuno dentro. Vedo sulla scrivania un faldone, documenti e disegni aperti, sopra
i documenti e i disegni gli occhialini da presbite, il tutto illuminato da una lampada
con luce da interrogatorio CIA a Guantanamo.
Mah… vado a prendermi un caffè in
un bar vicino.
Ritorno. Non c’è ancora nessuno.
Finalmente, verso le tredici e
trenta, il Geom. Arch. Ing. con aria svagata, compare.
“Buongiorno, sono l’ingegner Pincopallo.”
“Ah, si mi scusi... ( perlomeno…) ma ho avuto da fare… venga domani.”
Et de hoc satis.
Altro episodio, più o meno
medesimo periodo.
Anche qui, incarico importante da
svolgere.
“Si, Lei dovrà svolgere questo incarico secondo le direttive del Geom.
Arch. Ing. Barone di Munchausen, che però (era luglio) in questo periodo è in
ferie. Telefoni il 27.”
Avverto la famiglia che
probabilmente le vacanze dovranno essere ridotte all’osso per la necessità di
redigere questo progetto che mi si descrive come urgentissimo.
Il 27 luglio chiamo.
"Buongiorno. Sono... "
"Buongiorno. Sono... "
“Beh, oggi è giovedì e domani ho un impegno, venga lunedì della
prossima settimana, tanto io sono qui, sono appena tornato dalle ferie.”
Il lunedì arrivo.
“No, il Geom. Arch. Ing. Barone di Munchausen non c’è . Ha preso trenta
giorni di malattia.”
E ci lamentiamo se, per fare i
tamponi in questi tempi di Co-vid19, in certe Case di riposo è dovuto arrivare
l’Esercito?
Meno male che l’Esercito, e la Marina,
e l’Aviazione, c’erano.
P.S. Da vent’anni non svolgo più
libera professione. La mia riserva di pazienza era finita.
Immagine tratta dalla Rete.
Che dire? Non si può non concordare.
RispondiElimina