Nella mia famiglia vigevano comportamenti e metodi educativi
di modello prussiano, e sin da ragazzo sono stato in pieno contatto con la
cultura anglosassone per cui personalmente avrei voluto stabilire la mia
residenza in qualche altro luogo proprio per le sedimentazioni che la cultura
spagnola ha lasciato, molto più di qualsiasi altra dominazione, da quella fenicio-punica
a quella piemontese : qui ogni incrocio stradale è un “Fate luogo, la destra è mia!” “Coi vostri pari, è sempre mia!” per
non parlare di personaggi che sembrano usciti freschi freschi dal romanzo “Lazarillo
de Tormes”.
Capisco perfettamente che la Spagna ha dato al mondo grandi
geni, che è stata (in un ormai remoto) passato una grande nazione etc. ma
personalmente questa cultura non ha mai destato in me alcun interesse, non mi sono
mai provato ad impararne la lingua né ho mai voluto visitare la Spagna. Una
sola ragione potrebbe spingermi là, vedere qualche opera di Pablo PIcasso (il
quale, guarda caso, se ne andò giovanissimo e non vi rientrò mai).
Insomma, consideravo la Spagna e gli Spagnoli la cenerentola
d’Europa.
Per cui, quando il franchismo finì e venne portato sul trono
Juan Carlos, con una ordinata transizione verso un regime democratico con un
bipartitismo i cui due partiti si tenevano ben lontani da posizioni estremiste,
con una economia che galoppava e faceva cose che in Italia erano semplicemente
impensabili (vedi la politica del turismo e le relative attrezzature) iniziai a
pensare: “... ma non è che mi sono
sbagliato?”
Negli ultimi anni, in Spagna i partiti politici si sono
moltiplicati quanto si sono resi inconsistenti, ma la ciliegina sulla torta l’ha
data questa smania di indipendenza della Catalogna. Ma cosa pensano questi
catalani, che “piccolo sia bello?”.
Se godono questa relativa prosperità lo devono esclusivamente al fatto che hanno
potuto avere il resto della Spagna come mercato.
Per non parlare di questo orgoglio linguistico completamente
fuori luogo: hanno la fortuna di poter parlare una lingua che parlano centinaia
di milioni di persone in tutto il mondo e si ostinano a voler parlare il
catalano, che nel mondo vale meno di zero? Sono rimasto sbalordito quando il
capo dei c.d. “Mossos” ha redarguito e risposto in malo modo a un giornalista
olandese che gli aveva posto una domanda in spagnolo castigliano: ma come,
avrebbero dovuto licenziarti in tronco per aver gestito così male la strage
sulle Ramblas e ti permetti anche di “fare il figo” in questa maniera sguaiata?
Quando le multinazionali che avevano posto la loro sede a
Barcellona furono costrette a tradurre tutti i documenti in catalano, e a fare
altre simili amenità, fecero le valige e se ne andarono a Madrid. I madrileni
ringraziano.
Ma non capiscono questi catalani che è la classe politica locale a
voler l’indipendenza semplicemente perché, non avendo più i controlli di un
avveduto stato centrale, potranno rubare a man bassa a loro piacimento?
No evidentemente, i catalani non lo capiscono.
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