domenica 1 ottobre 2017

Non ci sono più le mezze stagioni! - 2



Quindi, per fondare una teoria scientifica occorre un algoritmo matematico, le osservazioni sperimentali del tacchino non bastano. Dov’è questo algoritmo che lega la variazione di temperature riscontrare con l’aumento della CO2? Qualcuno lo ha visto? Quali sono le variabili dipendenti e quelle indipendenti? Qual è il campo di esistenza della funzione? Quali le condizioni al contorno?
Ma, anche ammettendo che questo algoritmo esista, come ottenerne la verifica sperimentale?

Blocchiamo per dieci anni tutte le emissioni di CO2 per vedere se per caso, tra le altre possibili cause, possa entrarci anche l’attività antropica? Tanto vale che l’umanità si suicidi in massa, come la setta della Guyana. E se per caso in questo lasso di tempo si verifica un evento anomalo, come l’esplosione di un nuovo Krakatoa, che modificò il clima per molti anni, che si fa?
E siamo sicuri che la CO2, presente nell’atmosfera per un misero 0,0407%, mentre ad esempio il “nobile” e “raro” Argon è presente per ben il 0,934% ed il vapore d’acqua, in media, per lo 0,33%, possa essere effettivamente un “gas serra”? Dove è la dimostrazione scientifica?
La teoria del riscaldamento globale dovuto al “gas serra di produzione antropica” rimane quindi quella che è, vale a dire una teoria non dimostrabile “scientificamente” in quanto non è possibile in alcun modo sperimentarla.

Inoltre: la Terra su cui viviamo non è un sistema stabile, affatto e i cambiamenti climatici avvenuti non solo quando i progenitori dell’uomo assomigliavano più o meno ad un topolino, ma quando l’homo sapiens sapiens era perfettamente radicato in Europa fanno veramente sorridere se paragonati a quelli attuali.
Purtroppo “la gente”, con l’analfabetismo di ritorno dovuto ad internet, nulla sa delle grandi glaciazioni quaternarie, durate da 1,8 milioni ad appena 10.000 anni fa ed ignora che più o meno ventimila anni fa, che nella vita della Terra rappresentano se rapportati alla vita di un uomo di ottant’anni, poco più di tre ore, dove adesso c’è la Madunina del Domm c’erano trecento metri di ghiaccio. Il Sahara era una specie di Svizzera, abetata e lacustre.

Se chiedi ai geologi il perché di questi cambiamenti, risposta che dovrebbe essere più facile, in quanta si tratterebbe di un’osservazione del passato, e non della previsione di un futuro,  ti risponderanno “mahh... veramente... si potrebbe ipotizzare che.... forse per questo motivo.. “
Com’è che adesso le certezze sul riscaldamento globale sono così granitiche?
Per non parlare dell’inversione dei Poli. Cioè più volte quello che era il Polo Nord magnetico divenne il Polo sud magnetico e viceversa, il tutto nell’ambito di un tempo non geologicamente lunghissimo, tutt’altro.
E se riaccadesse oggi? Probabilmente sarebbe la fine per moltissime specie viventi, animali e vegetali.

Come un’Amica, che naviga attualmente verso una gagliarda ottantina e l’estate scorsa lanciava improperi contro Trump perché, a causa del riscaldamento globale a lui dovuto, non riusciva più a stare sulla sdraio sotto il sole agostano per farsi una perfetta tintarella dalle otto di mattina sino alle otto di sera come faceva da bambina. Il fatto che la circolazione sanguigna sia il principale fattore della termoregolazione del corpo umano e che forse a ottant’anni la sua circolazione non era più la stessa di quando era bambina non sfiorava neppure la mente dell’esimia Signora...
Tutti noi vorremmo che si congelasse un “eterno presente”. Ma questo non è affatto possibile, purtroppo.

Sia chiaro: io non avvallo in alcun modo alcuna produzione industriale o stile di vita che possa essere in qualche modo inutilmente inquinante.
Donde comes no cagar, come ho premesso in intestazione e, visto che sulla Terra ci campiamo tutti, occorre cercare di tenere il luogo pulito.
Ad esempio.
Perché sta invalendo l’uso anche in Europa di voler a tutti i costi boccheggiare dal caldo in inverno e rabbrividire di freddo in estate, come ha provato senz’altro chi ha soggiornato in alberghi statunitensi? I miei studenti, rimbecilliti dai telefilm americani (e, purtroppo, non solo da quelli...) vorrebbero stare con le magliette a maniche corte in inverno e si lamentano se nelle scuole i termosifoni a ottobre non sono roventi. Già stanno iniziando a lamentarsi perché nelle scuole italiane manca l’aria condizionata nelle aule. Io feci l’Esame di Maturità addì 27 luglio 1971, in giacca e cravatta, e sopravvissi. Di condizionatori neppure se ne parlava.
La maggior parte delle persone che parlano oggi di riscaldamento globale inorridirebbero se dovessero trascorrere qualche ora senza l’aria condizionata in estate.
Perché in mezzo mondo si organizzano luminarie del tutto inutili in occasione di Natali, Feste dei Santi Patroni, per non parlare di come è illuminata la Santa Città di La Mecca?
Perché si devono organizzare spostamenti del tutto inutili? Com’è che una coppia di sposini oggi non è soddisfatta se non fa il viaggio di nozze, pagato da parenti e amici, in Patagonia con una puntatina in Antartide? Finalmente si sta giungendo alla conclusione che anche il turismo, oltre ad essere una risorsa economica, costituisce una enorme fonte di inquinamento, in moltissimi sensi.
I Governanti delle Maldive si incazzano perché secondo loro il mare sommergerà i loro atolli, ma quale sarebbe la loro posizione se qualcuno dicesse. “Benissimo, per abbattere le emissioni di CO2 aboliamo tutti i voli aerei da e per le Maldive. Chi vuole proprio andarci ci vada in barca a vela...?”

E se invece la causa dell’aumento delle temperature registrate fosse un’altra?
L’inquinamento dei mari, ad esempio. A terra, perlomeno nei paesi più avanzati ma non più industrializzati, grazie a controllo e depuratori, la situazione è molto migliorata, ma nei Paesi del Terzo Mondo, dove sono state spostate dalla "globalizzazione" le produzioni più inquinanti, come le materie plastiche, gli altiforni, le concerie?
Osserviamo solo il traffico navale presente nel Mediterraneo oggi.
https://www.vesselfinder.com/it
Un litro d’olio versato in mare si diffonde sulla superficie espandendosi per miglia e miglia quadrate e creando una pellicola dello spessore di pochi micron che modifica sensibilmente l’evaporazione ed i conseguenti eventi atmosferici. Siamo sicuri che i direttori di macchina greci o anche solamente i cuochi filippini a bordo di petroliere da trecentomila tonnellate siano convenientemente sensibilizzati su questo problema?
A proposito di eventi atmosferici vedi ad esempio il modo in cui sono presentati oggi. Ma chi ha detto che le “bombe d’acqua” sono un fenomeno degli ultimi anni dovuto al riscaldamento globale?






Le due foto che precedono sono tratte da un filmino 8 mm girato da mio Padre in Libia nel 1967. La Egyptian boundary-Derna Road, che veniva realizzata dall’Impresa di costruzioni per la quale mio Padre lavorava, era già a buon punto quando un inverno venne giù in tre giorni tanta di quell’acqua da distruggerne quasi la metà. Trecentocinquanta km di strada. Naturalmente l’Impresa si leccò i baffi, un’ottima occasione per una lucrosa “Perizia suppletiva e di variante”...
Altro che bombe d’acqua odierne...
Ma ci si ricorda cosa fu l’alluvione del Polesine del 1952? O l’alluvione di Firenze del 1966, per rimanere in ambito italiano?
Il problema è che oggi il territorio è molto più sensibile per tutta una serie di fattori: primo perché migliorate condizioni di vita hanno permesso alla stragrande maggioranza della popolazione di avere una casa per la quale si è utilizzato territorio. Non colpevolizzo affatto questo: avere cibo sufficiente, una corretta pulizia del corpo ed una casa decente rappresentano i primi segni della civiltà.

Il problema è di come oggi questo territorio viene gestito, soprattutto in Italia.
Una volta in Italia c’era il “Genio Civile”, Ente Statale che si occupava della gestione del territorio, monitorandolo nella sua interezza, per così dire “dall’alto”.
Certo, anche il Genio Civile non poteva impedire certi cataclismi, come appunto l’alluvione di Firenze ma, una volta individuate certe criticità, non sempre prevedibili, si aveva modo di gestire, ad esempio il corso di un fiume dalla sorgente alla foce.
Ma, al grido di “Il territorio è mio, e lo gestisco io!” i Comuni italiani, affamati come sempre di denaro, si sono fatti consegnare i soldi per la gestione del territorio, soldi che spariscono nei pozzi senza fondo dei loro bilanci e magari utilizzati per giardinetti per anziani o viaggi di gemellaggio.
Inutile dire che questo sistema non può funzionare: il Comune A, nel corso superiore del torrente decide di fare le cose perbene, cioè  sistemare gli alvei, tenerli puliti etc.; il Comune B, nel corso mediano decide, secondo l’ambientalismo “prét à porter”, che “tutto quello che fa la Natura è buono e bello, tutto quello che fa l’uomo è cattivo e sbagliato”, per cui lascia crescere nell’alveo canne, alberi, arbusti e proibisce ferocemente di togliere sabbia e pietre in eccesso; il Comune C, nel corso inferiore esegue estesi lavori di tombinamento “perché questo torrente in mezzo alla Città è così fastidioso”....

Risultato: piogge forti fanno scorrere molta acqua nel tratto A, che nel tratto B incontra la resistenza di alberi e arbusti che fanno da tappo, per cui l’acqua diminuisce di velocità, ma dovendo la portata rimanere costante la sezione idraulica aumenta ed il livello dell’acqua sale, sino a quando la pressione risulta talmente forte da sradicare alberi e canne, che vanno ad intasare il tombinamento del tratto C. E qui succede il patatrac.
E a questo punto la forte pioggia diventa fatto televisivo che va ad alimentare la “Teoria del riscaldamento globale”.
Ma, a chi giova questa Teoria?
Sarà un caso, ma questa la Teoria del Riscaldamento Globale è cavalcata dai Globalisti, cioè coloro che vorrebbero, tramite la “Globalizzazione”, un’umanità indifferenziata, da gestire dall’alto tramite i “social”.
Vale a dire “poteri” rappresentati da finanzieri spregiudicati e farabutti, governi che non vogliono rispondere ai loro elettori, Stati più o meno democratici che cercano di indirizzare verso l’esterno le tensioni presenti nelle loro popolazioni.
”Poteri” che hanno perfettamente imparato la lezione di Panurge: compri un montone e lo butti in mare. Il gregge seguirà in maniera disciplinata. Ma di questo avremo modo di riparlarne in dettaglio.

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