Nella storia di questa pretesa bomba all’idrogeno fatta scoppiare
dai nordcoreani ci sono molte falle e molte cose che non mi convincono.
Le prime atomiche che la Nord Korea avrebbe fatto esplodere qualche
anno fa lasciarono perplessi tutti gli esperti: erano di potenza troppo
limitata e, per ragioni che sarebbe lungo spiegare, la tecnologia per produrre
una bomba atomica “piccola” è molto più complessa rispetto a quella necessaria
per produrre una bomba di media potenza.
Se i nordcoreani avessero bombe così “piccole”, potrebbe
essere quindi possibile montarle sui loro “piccoli” missili intercontinentali,
ma tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che i nordcoreani non abbiano
ancora questa possibilità. Ma se le bombe erano “piccole”? Mahhh..
Inoltre, dove sono tutte le centrifughe necessarie per
arricchire il materiale fissile? Eppure di satelliti spia puntati verso la N.K.
presumo ce ne siano diversi... mai vista una foto aerea.
E si che, dai tempi dell’U-2, che nel 1956 leggeva da 20
mila metri di altezza la targa di un’auto, di strada nel campo della
ricognizione strategica se ne è fatta parecchia...
Dico, potrebbe essere un’ipotesi, che alcune fabbriche di
alto esplosivo di tipo convenzionale della vivace c.d. “Repubblica” abbiano
lavorato per alcuni anni stoccando la produzione in un unico punto...
In realtà nell’affaire
ci sono parecchi aspetti concomitanti.
L’Unione Sovietica un tempo e Russia e Cina oggi, all’elezione di un
nuovo Presidente statunitense, tradizionalmente “provocano” per sondare sino a
che punto “si possono spingere”. Chi, come me, ha qualche anno sul groppone
ricorda benissimo quando, nell’ottobre del 1962, si rimase tutti con il cuore
in gola, aspettando da un momento all’altro lo scoppio della Terza guerra mondiale,
perché Nikita Sergeevič Chruščëv, che ben si guardò dal fare certe cose quando Presidente era
Eisenhower, volle “testare” il nuovo giovane Presidente appena eletto alla Casa
Bianca. E, ancora prima, con la costruzione del Muro di Berlino.
Se i “Grandi” del mondo la smettessero di comportarsi come i
ragazzini, che si spintonano per dimostrare chi è il più forte, probabilmente
il mondo andrebbe meglio...
Secondo: la Cina, Gran Protettore del bambolotto con il
parrucchiere sadico, ha grandissimi problemi strutturali e, da che mondo è
mondo, quando in una dittatura sorgono grossi problemi, l’opinione pubblica del
Paese viene artatamente sviata verso suscitati nemici esterni.
La Cina sa che non può spingersi troppo oltre con gli Stati
Uniti, per i motivi chiaramente indicati in questo articolo di uno stimatissimo
economista, di cui consiglio la lettura
e si legga anche in questo Rapporto a partire da pag. 71
per cui la Cina provoca per interposta persona, ben sapendo
che l’opinione pubblica americana mai accetterebbe un nuovo Vietnam. Se i
cinesi non avessero fornito le necessarie tecnologie, non saremmo a discutere di
Nord Korea qui oggi.
Terzo. Con lo sviluppo della tecnologia del gas shale, gli
Americani sono di nuovo diventati esportatori di petrolio e di gas. Prima dello
sviluppo di questa tecnologia gli Americani ritenevano più conveniente
consumare quello presente nel resto del mondo, tenendo le loro rilevantissime
riserve di scorta per quando il petrolio stesse per esaurirsi su scala mondiale
( ma si è visto che le riserve mondiali di petrolio non si esauriranno tanto
presto: è chiaro che per ovvi motivi a noi consumatori fanno credere il
contrario): massicce esportazioni di petrolio americano quindi, soprattutto
dopo l’ammortizzo dei rilevanti costi necessari per lo sviluppo della
tecnologia shale, ne farebbero crollare il prezzo a livello mondiale e di
questo non sarebbe affatto contenta la Russia, la cui economia si basa su un adeguato
prezzo del petrolio e del gas.
Per cui la Russia, in Ucraina e Crimea prima, con le
Repubbliche Baltiche adesso, mantiene anch’essa una forte pressione sugli Stati
Uniti, prendendoli, in questa circostanza, pressoché (anzi, del tutto..) per i
fondelli: “...con la Nord Corea l’unica
via possibile è quella del negoziato....” Seeeee...
Quarto, la lobby americana degli armamenti.
Si deve innanzitutto partire con la constatazione, che
probabilmente non tutti conoscono, del fatto che la rete infrastrutturale nord-statunitense
(autostrade, ponti, dighe, acquedotti, protezione del territorio etc.) versa in
uno stato di relativa fatiscenza, essendo stata costruita per la gran parte
negli anni ’50 ed è rimasta in tutti questi anni senza la necessaria
manutenzione. Certamente gli eventi meteorici che si verificano negli Stati
Uniti sono ben diversi dai nostri, fortunatamente, e del resto noi abbiamo
altre gatte da pelare, ma il fatto che un uragano appena più forte degli altri
provochi tante vittime la dice lunga sullo stato di canali, arginature dei
fiumi etc.
Gli elettori di Donald Trump, per la grande maggioranza ceto
medio che vive in aree rurali e semirurali, risulta quello maggiormente
penalizzato dal basso livello delle infrastrutture, per cui Donald Trump ha
promesso in campagna elettorale un vasto piano di investimenti in materia.
Prendendo i soldi dove, visto il forte deficit statunitense e il fatto che un
aumento delle tasse era in campagna elettorale era un annuncio improponibile?
Dal bilancio militare: da qui gli annunci, sempre in
campagna elettorale, di disimpegno in aree del mondo precedentemente
considerate strategiche, la tirata di orecchie agli Alleati della Nato come Germania
in primis e Italia e tutti gli altri alleati
via seguendo che sono (molto) indietro con il pagamento delle quote loro
spettanti per la difesa, la fortissima critica a certi armamenti come l’F-35
Lockheed (un nome che è una garanzia...) per il loro costo esorbitante... se
fosse stato in Italia probabilmente avrebbe usato per questo aeroplano le
parole che il rag. Fantozzi utilizzò per definire il famoso film...
Ma ovviamente il povero Trump, arrivato da dilettante alla politica
senza aver fatto la necessaria e faticosissima “gavetta” ( mi ricorda qualcuno,
ce l’ho sulla punta della lingua ma non mi viene il nome... l’Alzheimer, senza
dubbio...) ha completamente sottovalutato la forza di certi “potentati” ed in
particolare delle lobby americane degli armamenti. Da notare che la Lockheed,
in particolare, si avvale tradizionalmente del lobbismo di parlamentari del
Partito Democratico ( si legga ad esempio: Ben Rich, Leo Janos - Skunk Works: A
Personal Memoir of My Years of Lockheed –
1996. Purtroppo non mi risulta che sia mai stato tradotto in italiano: peccato
perché è un libro estremamente interessante che dà una chiara idea del perché
del declino economico americano) per cui non è stato certo difficile
sguinzagliare i mastini del Washington Post o del New York Times... una nuova
Guerra Fredda sarebbe di un comodo....
Come si vede, di
fronte ad interessi in gioco di fantastiliardi di dollari, il personaggio più
esposto mediaticamente, cioè il Cicciobello dagli occhi a mandorla, è un
burattino, per quanto pericoloso, nelle mani di altri.
Stiamo a vedere,
speriamo che a qualcuno non prudano troppo le dita. Troppo "trigger happy", come si dice in Montana o in Colorado...
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