Non ho mai fatto politica attiva, anche se mi sono sempre
interessato di politica.
Non ho mai fatto politica attiva perché non solo detesto e aborro il fatto di essere seguace di qualcuno, ma ancora di più detesterei il fatto di avere un qualsivoglia seguace.
Non ho mai fatto politica attiva perché non solo detesto e aborro il fatto di essere seguace di qualcuno, ma ancora di più detesterei il fatto di avere un qualsivoglia seguace.
Ma quello che una volta veniva chiamato “il popolo bue” è
stato indotto a pensare che fare il “politico” sia un’attività di tutto riposo:
uno si presenta, dice “Eccomi qua, sono
un politico…” perché le sue tasche si riempiano all’istante di vitalizi.
Non è così. Un “politico” ha orari spesso sballati, con
riunioni defatiganti che si protraggono per ore spesso ad orari impossibili,
deve essere sempre disponibile a “seguire” il suo elettorato ( il che vuol dire
essere presente il sabato e la domenica a battesimi, cresime, matrimoni,
funerali, inaugurazioni…), deve essere sempre presente a se stesso perché basta
una parola sbagliata per troncare una carriera, deve passare ore al telefono
tessendo tele e disfacendone altre…
Fare il politico è faticosissimo e, quando la tensione cala per qualche istante, come nel caso di lunghe e noiosissime sedute al Senato o alla Camera ( qualcuno ha mai seguito su Radio Radicale una sessione di bilancio, prima che venisse introdotta la Legge di stabilità? Era più vario e divertente sentire le trasmittenti dei radiotaxi…) è del tutto comprensibile che la palpebra si chiuda inesorabile per qualche istante.
Ecco perché sono del tutto fuorvianti le immagini della
fotografia.
Il “popolo bue” è stato invece indotto a pensare che a
fronte di una classe di “politici”, inetti e corrotti ed ultimamente, anche
ignoranti ( si vedano gli imaginifici tentativi di congiuntivo di autorevoli
esponenti di un nuovo Partito (?) attualmente sulla cresta dell’onda) esista
invece un’altra classe, quella dei “tecnici”, come ingegneri, magistrati, et
similia, dotata di una spada fiammeggiante per porre fine alle storture create
dai politici.
Non è così.
Mentre ad un “politico” potrai sempre dire ( in un regime
più o meno di democrazia rappresentativa, naturalmente) “O fai così o non ti voto”, il “tecnico” ti potrà dire “Guarda che io domani, e dopodomani, e il
giorno dopo ancora scalderò ancora il fondo di questa poltrona”…
I risultati li stiamo vedendo dai tempi di “Mani pulite” ad
oggi.
E, da ingegnere, parlo da “tecnico”, si badi bene.
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