sabato 8 aprile 2017

"Politici" e "Tecnici"





Non ho mai fatto politica attiva, anche se mi sono sempre interessato di politica.
Non ho mai fatto politica attiva perché non solo detesto e aborro il fatto di essere seguace di qualcuno, ma ancora di più detesterei il fatto di avere un qualsivoglia seguace.

Ma quello che una volta veniva chiamato “il popolo bue” è stato indotto a pensare che fare il “politico” sia un’attività di tutto riposo: uno si presenta, dice “Eccomi qua, sono un politico…” perché le sue tasche si riempiano all’istante di vitalizi.

Non è così. Un “politico” ha orari spesso sballati, con riunioni defatiganti che si protraggono per ore spesso ad orari impossibili, deve essere sempre disponibile a “seguire” il suo elettorato ( il che vuol dire essere presente il sabato e la domenica a battesimi, cresime, matrimoni, funerali, inaugurazioni…), deve essere sempre presente a se stesso perché basta una parola sbagliata per troncare una carriera, deve passare ore al telefono tessendo tele e disfacendone altre…

Fare il politico è faticosissimo e, quando la tensione cala per qualche istante, come nel caso di lunghe e noiosissime sedute al Senato o alla Camera ( qualcuno ha mai seguito su Radio Radicale una sessione di bilancio, prima che venisse introdotta la Legge di stabilità? Era più vario e divertente sentire le trasmittenti dei radiotaxi…) è del tutto comprensibile che la palpebra si chiuda inesorabile per qualche istante.

Ecco perché sono del tutto fuorvianti le immagini della fotografia.

Il “popolo bue” è stato invece indotto a pensare che a fronte di una classe di “politici”, inetti e corrotti ed ultimamente, anche ignoranti ( si vedano gli imaginifici tentativi di congiuntivo di autorevoli esponenti di un nuovo Partito (?) attualmente sulla cresta dell’onda) esista invece un’altra classe, quella dei “tecnici”, come ingegneri, magistrati, et similia, dotata di una spada fiammeggiante per porre fine alle storture create dai politici.

Non è così.

Mentre ad un “politico” potrai sempre dire ( in un regime più o meno di democrazia rappresentativa, naturalmente) “O fai così o non ti voto”, il “tecnico” ti potrà dire “Guarda che io domani, e dopodomani, e il giorno dopo ancora scalderò ancora il fondo di questa poltrona”…

I risultati li stiamo vedendo dai tempi di “Mani pulite” ad oggi.

E, da ingegnere, parlo da “tecnico”, si badi bene.

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