Conosco bene gli Americani per averci lavorato assieme nei
miei verdi anni, e nei rapporti che ho avuto con loro ben mi sono reso conto
che non sono quei bietoloni ingenui che tirano fuori il libretto degli assegni
per comprare la Fontana di Trevi, smontarla e portarla in Texas. Anzi, se c’è
un popolo, oltre a quello per il quale è stato scritto, cui si può applicare
quanto dice il filosofo sardo Antonio Pigliaru sono proprio loro. Riporto un
passo di quanto scrive il Pigliaru: “21 – Nella pratica della
vendetta, entro i limiti della graduazione progressiva, nessuna offesa esclude
il ricorso al peggio sino al sangue. Parimenti nessuna offesa esclude la
possibilità di una composizione pacifica, allorché il comportamento complessivo
del responsabile rende ciò possibile.” (Codice della vendetta
barbaricina - La biblioteca dell’identità, pag. 67).
Il che ci ricorda qualcosa di visto al cinema.
Qualcuno ha affermato che dietro le sfortune giudiziarie di un certo Craxi e di un certo Andreotti (ma non di un certo Spadolini, il quale il quale illo tempore si affrettò a fare "pubblica abiura") ci siano fatti accaduti in un aeroporto siciliano...... mahhhhh, chi lo sa.
Con Gheddafi gli S.U. avevano palesemente vecchi conti da regolare ma soprattutto avevano realizzato che tutti i dittatori da loro messi al potere ( lo stesso Gheddafi, tra l’altro...) erano diventati ormai inaffidabili per i loro disegni, o perché definitivamente impazziti come il dittatore libico ( e sulla Libia sono particolarmente informato: mio Padre venne svegliato nella notte del 15 aprile 1986 dal rombo e dalle bombe dei cacciabombardieri americani, e qui mi fermo...), o troppo vecchi e malati come Mubarak, o troppo corrotti come Ben Alì in Tunisia ed era necessario provvedere ad un ..... ricambio generazionale. Possibilmente simil-democratico, vedi Morsi in Egitto, ma penso che in questi ultimi tempi si siano resi conto della validità di quanto affermava già negli anni ’60 il padre della rivoluzione algerina Ahmed Ben Bella: “... gli Americani vorrebbero imporci la democrazia, ma non sanno che gli Arabi e la Democrazia non sono compatibili” (cito a memoria, mi scuso per eventuali imprecisioni).
Per Saddam Hussein il discorso è molto più complesso e sfumato, è ovvio che l’invasione del Kuwait come causa della guerra del Golfo non è altro che un Incidente del Tonchino rivisitato e corretto e che secondo me le cause sono altre ma, potendo queste essere solo ipotesi personali non suffragate da fatti evidenti, le tengo per me.
Che poi come l’Iran insegna, il ricambio generazionale riesca, a dir poco, in maniera sciagurata, behhhh.....
Per quanto riguarda l’Afghanistan, l’idea di una nobile guerra di contrasto al terrorismo a mio parere fa ridere i polli, per dirla in maniera politically correct.
C’era una sola ragione perché l’Unione Sovietica prima e gli S.U. poi si siano impegnati in due guerre così lunghe, pericolose e soprattutto costose: l’Afghanistan è l’unico sbocco verso i mari caldi delle enormi risorse energetiche fossili di cui rigurgitano le Repubbliche asiatiche ex-sovietiche. (Per ragioni tecniche è molto meglio estrarre e trasportare il petrolio al caldo che al freddo. Non che al freddo non sia possibile, vedi i giacimenti in Alaska, ma è più complesso e costoso).
Enormi risorse energetiche necessarie in un ordine mondiale dove la Cina costituisse la produttrice mondiale dei beni di consumo e gli S.U. e, in subordine, la Gran Bretagna, controllassero l’ordine finanziario globale.
Questo ordine mondiale non si è realizzato per molti motivi, ma principalmente, secondo me naturalmente, e non penso affatto che questa mie opinioni debbano essere condivise, per la riluttanza della Cina ad aprire all’estero il proprio mercato interno, utilizzando il surplus della bilancia dei pagamenti per migliorare sensibilmente le condizioni di vita dell’intero paese. Dall’altra parte la volontà cinese, tipica di un paese totalitario, di aumentare enormemente, utilizzando il medesimo surplus, gli investimenti per la Difesa, tentando così di modificare gli equilibri nel Pacifico.
E poiché per tirare il freno a mano a una Nazione è sufficiente centellinarle l’energia..... in Afghanistan non passerà, nei prossimi decenni, nessun oleodotto.
Non è un caso che i Cinesi stiano mandando cannoniere nei mari circonvicini, ovunque sentano solo un po’ la puzza degli idrocarburi, e che il prezzo del petrolio sia in ascesa (prezzo del Brent aumentato del 15% in un anno).
Mi sembra quindi che gli S.U. abbiano assunto una posizione molto prudente e pragmatica, mettendosi “a bordo ring” e attendendo che gli “altri” se le diano di santa ragione, riducendo i propri Paesi in brandelli, praticamente riportandoli al Medioevo. Quanti anni ci vorranno perché in Iraq o in Siria torni a funzionare un sistema di istruzione o un ospedale degno di questo nome?
Certo, fermo restando che la situazione possa farsi per noi molto pericolosa, ma ci possono essere altri modi per contenere il terrorismo oltre a quello di agire brutalmente con i carri armati, il che rassomiglia da un punto di vista militare a voler uccidere uno stormo di zanzare a randellate.
Il che ci ricorda qualcosa di visto al cinema.
Qualcuno ha affermato che dietro le sfortune giudiziarie di un certo Craxi e di un certo Andreotti (ma non di un certo Spadolini, il quale il quale illo tempore si affrettò a fare "pubblica abiura") ci siano fatti accaduti in un aeroporto siciliano...... mahhhhh, chi lo sa.
Con Gheddafi gli S.U. avevano palesemente vecchi conti da regolare ma soprattutto avevano realizzato che tutti i dittatori da loro messi al potere ( lo stesso Gheddafi, tra l’altro...) erano diventati ormai inaffidabili per i loro disegni, o perché definitivamente impazziti come il dittatore libico ( e sulla Libia sono particolarmente informato: mio Padre venne svegliato nella notte del 15 aprile 1986 dal rombo e dalle bombe dei cacciabombardieri americani, e qui mi fermo...), o troppo vecchi e malati come Mubarak, o troppo corrotti come Ben Alì in Tunisia ed era necessario provvedere ad un ..... ricambio generazionale. Possibilmente simil-democratico, vedi Morsi in Egitto, ma penso che in questi ultimi tempi si siano resi conto della validità di quanto affermava già negli anni ’60 il padre della rivoluzione algerina Ahmed Ben Bella: “... gli Americani vorrebbero imporci la democrazia, ma non sanno che gli Arabi e la Democrazia non sono compatibili” (cito a memoria, mi scuso per eventuali imprecisioni).
Per Saddam Hussein il discorso è molto più complesso e sfumato, è ovvio che l’invasione del Kuwait come causa della guerra del Golfo non è altro che un Incidente del Tonchino rivisitato e corretto e che secondo me le cause sono altre ma, potendo queste essere solo ipotesi personali non suffragate da fatti evidenti, le tengo per me.
Che poi come l’Iran insegna, il ricambio generazionale riesca, a dir poco, in maniera sciagurata, behhhh.....
Per quanto riguarda l’Afghanistan, l’idea di una nobile guerra di contrasto al terrorismo a mio parere fa ridere i polli, per dirla in maniera politically correct.
C’era una sola ragione perché l’Unione Sovietica prima e gli S.U. poi si siano impegnati in due guerre così lunghe, pericolose e soprattutto costose: l’Afghanistan è l’unico sbocco verso i mari caldi delle enormi risorse energetiche fossili di cui rigurgitano le Repubbliche asiatiche ex-sovietiche. (Per ragioni tecniche è molto meglio estrarre e trasportare il petrolio al caldo che al freddo. Non che al freddo non sia possibile, vedi i giacimenti in Alaska, ma è più complesso e costoso).
Enormi risorse energetiche necessarie in un ordine mondiale dove la Cina costituisse la produttrice mondiale dei beni di consumo e gli S.U. e, in subordine, la Gran Bretagna, controllassero l’ordine finanziario globale.
Questo ordine mondiale non si è realizzato per molti motivi, ma principalmente, secondo me naturalmente, e non penso affatto che questa mie opinioni debbano essere condivise, per la riluttanza della Cina ad aprire all’estero il proprio mercato interno, utilizzando il surplus della bilancia dei pagamenti per migliorare sensibilmente le condizioni di vita dell’intero paese. Dall’altra parte la volontà cinese, tipica di un paese totalitario, di aumentare enormemente, utilizzando il medesimo surplus, gli investimenti per la Difesa, tentando così di modificare gli equilibri nel Pacifico.
E poiché per tirare il freno a mano a una Nazione è sufficiente centellinarle l’energia..... in Afghanistan non passerà, nei prossimi decenni, nessun oleodotto.
Non è un caso che i Cinesi stiano mandando cannoniere nei mari circonvicini, ovunque sentano solo un po’ la puzza degli idrocarburi, e che il prezzo del petrolio sia in ascesa (prezzo del Brent aumentato del 15% in un anno).
Mi sembra quindi che gli S.U. abbiano assunto una posizione molto prudente e pragmatica, mettendosi “a bordo ring” e attendendo che gli “altri” se le diano di santa ragione, riducendo i propri Paesi in brandelli, praticamente riportandoli al Medioevo. Quanti anni ci vorranno perché in Iraq o in Siria torni a funzionare un sistema di istruzione o un ospedale degno di questo nome?
Certo, fermo restando che la situazione possa farsi per noi molto pericolosa, ma ci possono essere altri modi per contenere il terrorismo oltre a quello di agire brutalmente con i carri armati, il che rassomiglia da un punto di vista militare a voler uccidere uno stormo di zanzare a randellate.
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