Ma lo sa la Brambilla che cosa è l’idatidosi, per cui la
Sardegna ha il triste primato in Italia?
Ma lo sa la Brambilla che i bambini si mettono in bocca le mani
sporche di terra?
Ma lo sa la Brambilla quante volte ho visto cisti da
echinococco in polmoni o fegati di animali, accompagnando mio Suocero,
Veterinario condotto, al quale era affidata la
tutela della salute della popolazione, al mattatoio per la visita delle carni?
L'idatidosi è questo, per chi non lo sapesse.....
http://www.fog.it/fogliani/giancarlo/idatidosi.htm
L'idatidosi è questo, per chi non lo sapesse.....
http://www.fog.it/fogliani/giancarlo/idatidosi.htm
Solo le prime due righe:
"L’idatidosi è una malattia parassitaria che colpisce anche l’uomo (zoonosi) causata dall’impianto nei tessuti della forma larvale della tenia Echinococcus granulosus, il cui ospite definitivo è il cane. La sua larva si sviluppa in forma cistica, di preferenza nel fegato e nel polmone, dando luogo nel tempo a sintomatologia dovuta alla azione compressiva locale e a fenomeni generali di tipo allergico."
e l'ultima:
"A queste elementari norme igieniche ci permettiamo di aggiungere la raccomandazione di evitare che i bambini giochino in luoghi pubblici presumibilmente frequentati anche da cani."
Mio Suocero faceva il Veterinario in una delle più remote zone della Sardegna, era un veterinario di quelli di una volta, il quale come i veterinari della pubblicità aveva la barba: non si spostava con la moto con il sidecar ma raggiungere certi ovili in zone impervie usava, negli anni ’80, il cavallo, in compagnia del quale, del resto, aveva fatto tutta la IIa G.M. in Albania.
Si, il cavallo per andare a lavorare, negli anni ‘80.......
Ma possibile che si debba regredire invece di andare avanti?
Ebbasta con questo animalismo “prét à porter”.......
Diversi anni fa conobbi una ragazzina alla quale il padre,
di notevoli mezzi finanziari, comprò appunto un cavallo.
Lei parlava teneramente del suo cavallo come “il mio Amico”......
Lei parlava teneramente del suo cavallo come “il mio Amico”......
Il suo “Amico”
cavallo le stampò un calcio in faccia per cui ci vollero due o tre anni per
aggiustarle le ossa, uno per la pelle e un altro per i denti.
Sono andato innumerevoli volte in Inghilterra e di queste
+>>##ate come i cani nei parchi non ne ho mai viste né sentite né ho mai
visto le me@ò**de di cane liberalmente distribuite sui marciapiedi come da
noi......
Ma forse questo accade perché l’Inghilterra è un paese dove
notoriamente non si amano gli animali come in Italia.
Forse la Promotrice di queste Leggi così importanti per il nostro Paese con un PIL in decrescita al 2% e un avvenire per i nostri Figli meno che incerto è di quelle che si rivolgono teneramente ai loro cani sussurrando loro “Su, Ciccino, vieni da Mamma tua.......”, come più volte mi è capitato di sentire da altre Gentili Signore?
Le formiche e le api
sono giustamente considerate da Aristotele “animali politici”, l’errore è
quello di considerare “animale politico” anche l’uomo.
Th. Hobbes, Leviatano, II, cap. XVII
L’uomo sicuramento no, ma la Brambilla?
E' Lei un vero “Animale politico"?
E' Lei un vero “Animale politico"?
Ma non è questa l'unica encomiabile iniztiva della sullodata Signora, grazie alla quale, leggo dai giornali, i VIP viaggieranno sul Frecciarossa accompagnati dai loro Rottweiler: non c’è lavoro, i giovani non avranno mai una pensione, non si sa se lo Stato Italiano onorerà i suoi impegni, per andare da Cagliari a Olbia in treno occorrono, bene andando le cose sette o otto ore, i treni dei pendolari sono pochi, sporchi e sempre in ritardo e la Brambilla cosa fa? si dà da fare per far viaggiare i cani sul Frecciarossa .
Un altro dubbio.
Avrà mai letto la Brambilla il componimento “Il Giorno” di
Giuseppe Parini (Bosisio 23 maggio 1729, Milano
15 agosto 1799), suo conterraneo?
Le ricordo io qualche verso......
“..................Or
le sovviene il giorno,
ahi fero giorno! allor che la sua bella
vergine cuccia de le Grazie alunna,
giovenilmente vezzeggiando, il piede
villan del servo con l’eburneo dente
segnò di lieve nota: ed egli audace
con sacrilego piè lanciolla: e quella
tre volte rotolò; tre volte scosse
gli scompigliati peli, e da le molli
nari soffiò la polvere rodente.
Indi i gemiti alzando: aita aita
parea dicesse; e da le aurate volte
a lei l’impietosita Eco rispose:
e dagl’infimi chiostri i mesti servi
asceser tutti; e da le somme stanze
le damigelle pallide tremanti
precipitâro. Accorse ognuno; il volto
fu spruzzato d’essenze a la tua dama;
ella rinvenne alfin: l’ira, il dolore
l’agitavano ancor; fulminei sguardi
gettò sul servo, e con languida voce
chiamò tre volte la sua cuccia: e questa
al sen le corse; in suo tenor vendetta
chieder sembrolle: e tu vendetta avesti
vergine cuccia de le grazie alunna.
L’empio servo tremò; con gli occhi al suolo
udì la sua condanna. A lui non valse
merito quadrilustre; a lui non valse
zelo d’arcani uficj: in van per lui
fu pregato e promesso; ei nudo andonne
dell’assisa spogliato ond’era un giorno
venerabile al vulgo. In van novello
signor sperò; ché le pietose dame
inorridìro, e del misfatto atroce
odiâr l’autore. Il misero si giacque
con la squallida prole, e con la nuda
consorte a lato su la via spargendo
al passeggiere inutile lamento:
e tu vergine cuccia, idol placato
da le vittime umane, isti superba.”
ahi fero giorno! allor che la sua bella
vergine cuccia de le Grazie alunna,
giovenilmente vezzeggiando, il piede
villan del servo con l’eburneo dente
segnò di lieve nota: ed egli audace
con sacrilego piè lanciolla: e quella
tre volte rotolò; tre volte scosse
gli scompigliati peli, e da le molli
nari soffiò la polvere rodente.
Indi i gemiti alzando: aita aita
parea dicesse; e da le aurate volte
a lei l’impietosita Eco rispose:
e dagl’infimi chiostri i mesti servi
asceser tutti; e da le somme stanze
le damigelle pallide tremanti
precipitâro. Accorse ognuno; il volto
fu spruzzato d’essenze a la tua dama;
ella rinvenne alfin: l’ira, il dolore
l’agitavano ancor; fulminei sguardi
gettò sul servo, e con languida voce
chiamò tre volte la sua cuccia: e questa
al sen le corse; in suo tenor vendetta
chieder sembrolle: e tu vendetta avesti
vergine cuccia de le grazie alunna.
L’empio servo tremò; con gli occhi al suolo
udì la sua condanna. A lui non valse
merito quadrilustre; a lui non valse
zelo d’arcani uficj: in van per lui
fu pregato e promesso; ei nudo andonne
dell’assisa spogliato ond’era un giorno
venerabile al vulgo. In van novello
signor sperò; ché le pietose dame
inorridìro, e del misfatto atroce
odiâr l’autore. Il misero si giacque
con la squallida prole, e con la nuda
consorte a lato su la via spargendo
al passeggiere inutile lamento:
e tu vergine cuccia, idol placato
da le vittime umane, isti superba.”
La Brambilla ha sbagliato epoca, doveva nascere prima della
Rivoluzione Francese, quando una cagnetta era infinitamente più importante di
un Lavoratore.
Stanno per ritornare quei tempi? 
 
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