venerdì 2 agosto 2024

Il tempio di Apollo

 


Purtroppo, con l’ignoranza che dilaga in questo mondo globalizzato non tutti  conoscono l’iscrizione su uno dei due frontoni del Tempio di Apollo a Delfi, vale a dire “γνῶθι σεαυτόν”, “conosci te stesso”, da non interpretare ovviamente in senso psicanalitico moderno ma con il significato di “sii conscio dei tuoi limiti”, ma ancora meno sono coloro che conoscono l’iscrizione sull’altro frontone, vale a dire  “μηδὲν ἄγαν” «niente di troppo».

Tra cerimonie di inaugurazione che avrebbero fornito al Prof. Dorfles materiale da includere nel suo famoso testo “Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto”, alle ex-campionesse inviperite per non avere più su di sé le luci della ribalta, a giornaliste con la sensibilità di un mamba nero, a tennisti che contestano sistematicamente le decisioni degli arbitri sicuri di essere protetti dalla propria popolarità e sbattono la pallina per terra quando devono servire per far innervosire l’avversario, a gare di nuoto svoltesi in depuratori, a un pubblico che non tifa “per” ma tifa “contro”, queste Olimpiadi il fallimento della nostra Società.

Fortunatamente, ci sono i vincitori, anche se le classifiche non li danno tali: una ragazza diciannovenne contenta perché ha dato in quel momento il suo massimo, anche il suo massimo l’ha fatta arrivare “soltanto” quarta e un distinto signore turco di mezz’età che dà un esempio di come un atleta debba padroneggiare le proprie emozioni.

Sono queste, e solo queste, le cose che si dovrebbero vedere un una Olimpiade.

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