Grande è stata la mia
meraviglia quando ho sentito alcuni commentatori e, purtroppo anche qualche Generale
più o meno in pensione, discutere sulla guerra in Ucraina senza tener presenti
alcune elementari considerazioni geografiche dei luoghi.
In particolare il fatto che tutti i fiumi che scorrono in quella zona, dal Dnester
al Volga, per taluni particolari fatti geologici sui quali non mi dilungo,
presentano una riva destra alta e scoscesa, mentre la riva sinistra si presenta
del tutto pianeggiante. Si tratta certamente di rilevi che noi italiani non
definiremmo neppure come modeste colline, ma in un conflitto anche alcune
centinaia di metri possono fare una notevole differenza: da quando esiste “l’arte
militare” infatti per un esercito risulta particolarmente favorevole combattere
un nemico da posizioni sovrastanti, sia che si lancino pietre e frecce sino ad
arrivare agli obici semoventi. Vedi le due battaglie combattute, e perse, dagli
italiania a Custoza nella Ia (1848) e nella IIIa Guerra di Indipendenza (1866)
ad esempio.
Questo fatto venne sfruttato abilmente ai Generali della Wehrmacht nella IIa G.M. ( e talvolta anche sopravvalutato: vedi Prima e Seconda battaglia difensiva sul Don, ad esempio, con risultati tragici per noi italiani) ed ancora più abilmente viene sfruttato oggi dall’Esercito ucraino.
Ovviamente gli ucraini, sapendo di di non poter resistere allo straripante numero dei blindati russi in campo aperto, si sono ritirati su posizioni molto più facilmente difendibili, accuratamente preparate in precedenza, anche se questo ha comportato la perdita di ampie porzioni di territorio perché i carri armati di oggi sono come la cavalleria medievale: potentissimi in campo aperto, in situazione di netto svantaggio sulle alture, come le prime fasi della guerra dello Yom Kippur del 1973 e in Libano nel 2006 ampiamente dimostrarono. Che questo fatto non sia conosciuto dai Generali italiani posso capirlo, ma che fosse sconosciuto ai Generali russi mi lascia particolarmente perplesso.
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