Quella che doveva essere l’ottima
idea di elevare il livello complessivo dell’istruzione in Italia estendendolo
anche alle c.d. “classi svantaggiate”, con la prassi si è rivelata un
boomerang: mai come oggi le “classi svantaggiate”, secondo il mio parere, non
hanno accesso all’istruzione, ma solo, nella migliore delle ipotesi, a un pezzo
di carta che è semplicemente uno “chiffon de papier”, fatto che sarà
definitivamente sancito con l’abolizione del valore legale dl titolo di studio, del resto già sostanzialmente in atto.
A parte il fatto che al giorno
d’oggi è il termine di “classe svantaggiata” ad avere un senso completamente
diverso rispetto alle categorie ottocentesche di tipo dickensiano cui i Tecnici
di viale Trastevere sembrano ancora pensare.
“Professore, che vuole? Non vedo mia madre da un paio d’anni, mio padre
esce la mattina presto e torna la sera tardi, mia sorellina è anoressica,
mangia e vomita... ma io che devo fare?” mi disse una volta un mio alunno al
quale non mancava probabilmente nulla di materiale ma che categoricamente si
rifiutava di svolgere ogni e qualsiasi lavoro scolastico.
E’ più svantaggiato questo alunno
o quello che anni fa aveva il pane contato ma una famiglia solida?
E sono più crudele io che esprimo
qualche perplessità o la Collega vuole per lui una promozione perché, poverino,
“ha una situazione familiare così
disastrata...”?
Promozione che non servirà a
niente perché non sostenuta da una preparazione adeguata e con la quale di
certo non si potrà inserire nel mondo del lavoro o che, nella migliore delle
ipotesi, creerà unicamente un sotto-occupato.
Certamente: a tutt’oggi nella
Scuola, il privato non è ancora riuscito a soppiantare il pubblico: il
Monumento all’Istruzione eretto dai Legislatori dell’Italia Unita e dai nostri
Padri Costituenti, di qualunque idea politica essi fossero, era assolutamente univoco
e troppo solido per poter essere demolito in quattro e quattr’otto.
Ma già per le Università è diverso,
basta vedere il proliferare di quelle private, serie e....meno serie.
Sembra quasi che i Costituenti abbiano
pensato “I nostri successori cercheranno
di demolire quello che noi stiamo facendo: cerchiamo perlomeno di render loro
la vita difficile”......
Quindi il processo di demolizione
della scuola pubblica non si è ancora concluso, anche se è ben avanzato e non
lontano dal compimento: altre due o tre spallate, come quelle che questo
Governo di c.d. Tecnici sta predisponendo e ci saremo.
Né ritengo che la colpa del
degrado scolastico stia nella “Società del Benessere”, tutt’altro: anzi, è
stata proprio la società del benessere a rendere possibile una scuola di massa.
E’ difficile pensare ad un
miglioramento del livello dell’istruzione quando i maschietti a sette o otto
anni devono andare a mungere un gregge di pecore prima dell’alba e le
femminucce andare a prendere l’acqua all’unica fontanella esistente reggendo una
brocca in equilibrio sulla testa, come la mia età mi ha consentito di vedere
negli anni ’50 ( e anche ’60...) in sperduti villaggi della Sardegna.
Forse i “Laudatores temporis acti” sono nati tutti dopo il miracolo
economico......
I guai stanno da altre parti.
Principalmente nell’ideologia:
tutti gli uomini hanno la medesima dignità, ma non sono “tutti uguali”: io non
potrò mai correre i 100 m in 9 e 65 e penso che che Bolt non riuscirà mai a
risolvere un’equazione differenziale, neanche con tutta la buona volontà e impegno
possibili, da parte mia e sua.
Lo vedo dai miei alunni: per
taluni l’apprendimento del disegno geometrico è immediato, facile e divertente,
per altri un processo faticoso, altri non ci riusciranno mai, nonostante tutti i
miei sforzi, nell’ambito delle vigenti normative, di somministrare loro non uso
il termine “nozioni” ma “insegnamenti” in ogni modo facilitati e
oserei dire già parzialmente “predigeriti”, facendo ricorso a qualsiasi mezzo,
dalla bacchetta di gesso alla LIM....
Purtroppo non sono stati
ancora inventati vasetti di omogeneizzati al “Disegno Tecnico” alla “Matematica”
o alla “Letteratura greca”, da far ingurgitare agli studenti mediante vigorose cucchiaiate direttamente in
gola....
I “Tecnici” del Ministero la
pensano in maniera diversa: tutti possono fare tutto.
Per cui sono stati inventati
slogan tra cui citerò solo il nefasto “imparare
( o insegnare) divertendo(si)”.....si, come no......c’è stato qualcuno la
cui motivazione sarebbe stata sufficiente per legioni di studenti italiani di
oggi, eppure si faceva legare alla sedia quando doveva mettersi a studiare
seriamente.......
Chiariamo: chi sta compiendo
questa operazione di demolizione è tutt’altro che stupido, sa perfettamente
cosa sta facendo e dove vuole arrivare.
Esempio: Esami di maturità.
Quando una volta i Commissari
erano tutti esterni e provenivano da tutta Italia gli esami di maturità non
erano solo gli studenti a subirli, ma innanzitutto i Docenti, il cui operato
veniva accuratamente esaminato tramite appunto la preparazione degli alunni.
Si aveva inoltre una, per così
dire, parificazione delle conoscenze e della conseguente valutazione su tutto
il territorio nazionale.
Ma ho avuto modo di sentire con
le mie orecchie in sala Docenti questa sciagurata frase: “Ma perché io non posso avere la soddisfazione di esaminare all’esame
di maturità gli alunni che ho avuto durante l’anno?” (sic)
E bravo/a, e se a te non piace (
o non sai spiegare o non conosci) Pirandello o il calcolo di un canale di
irrigazione chi controllerà che tu abbia svolto quella parte del programma e che tu non abbia invece parlato per tutto l'anno di Che Guevara o di Benito Mussolini?
Io la mia soddisfazione l’ho
avuta quando un Commissario esterno di Montebelluna o di Catania mi ha fatto i
complimenti per la preparazione mostrata dai miei studenti.....
Invece, con la scusa che “costavano troppo” dapprima si sono
fatte Commissioni con soli Docenti “interni” poi, visto lo scandalo, ma non è
che oggi sia meglio, a “metà e metà”.....“metà e metà” per modo di dire e per
salvare le apparenze perché, per determinati Istituti e materie accade che,
vista la base di reclutamento in ambito comunale, gli alunni del Docente Y
siano esaminati dal Docente X, e quelli del Docente X siano esaminati dal
Docente Y come spesso mi è capitato.....naturalmente con la supervisione di un
Presidente di Commissione che non vuole non dico sentir parlare di “bocciature”
ma neppure di voti che scendano ad di sotto del “70”......
Vengo alla conclusione perché mi
sto dilungando.
Io non sono di certo fautore di
una Scuola di insana ferocia, ma ritengo che per essere
promossi allo Scientifico si debbano saper fare le derivate, al Classico
conoscere Euripide e ai Geometri saper applicare il Teorema di Pothenot, a prescindere dalle condizioni socio-psico-economiche degli studenti.
Scuola e Servizio di Assistenza Sociale devone essere tenute distinte e distanti.
Certamente se gli Insegnanti notano in qualche alunno segni di malessere devono essere pronti a segnalare il fatto e rivolgersi a personale specializzato, ma è nefasto che lo facciano in proprio, abdicando così al loro compito fondamentale che è quello di trasmissione della conoscenza.
Certamente se gli Insegnanti notano in qualche alunno segni di malessere devono essere pronti a segnalare il fatto e rivolgersi a personale specializzato, ma è nefasto che lo facciano in proprio, abdicando così al loro compito fondamentale che è quello di trasmissione della conoscenza.
Ma le mie idee sono di
retroguardia: intonando il nefasto slogan “Poverini,
anche loro hanno diritto.......” la Scuola italiana, Università compresa,
sta diventando un blob indifferenziato all’insegna del “benaltrismo” e del “poi si
vedrà.......”, il tutto in pieno accordo alle sciagurate direttive europee.
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