venerdì 16 dicembre 2016

La Renzeide – Prima puntata. Antefatto.




Questo articolo risulterà piuttosto lungo, ed è pertanto in divenire. Inizio a pubblicarlo a puntate come bozza, ma mi riservo di modificarlo. 

Qualcuno mi ha chiesto cose pensassi di tutto ‘sto ambaradam tra referendum, dimissioni di Renzi…
La cosa è complessa, vediamo di iniziare con ordine.

Mi è stato prestato recentemente questo libro



di cui direi, all'inglese: "I do agree with it, but up to a point".....non furono affatto gli Americani che vollero l”Esercito del Sud”, che “cobelligerò” con gli Alleati, ma fu Churchill, che voleva che l’Italia avesse un esercito in funzione anticomunista e di sostegno alla Monarchia; gli americani erano scettici e sospettosissimi e se ne tirarono fuori. Si legga “La pelle” di Curzio Malaparte per vedere da dove provenivano le divise con le quali era equipaggiato, e la Marina solo recentemente ha dismesso come arma di ordinanza i Lee-Enfield cal .303, i fucili con cui gli inglesi fecero non solo la Ia ma anche la IIa Guerra mondiale.

Che questo libro affermi che da molti anni qualcuno tenti di etero-dirigere la politica italiana, con risultati molto alterni, a volte disastrosi, non solo per gli Italiani, ma per gli stessi etero-direttori, non è certo una novità ed è del tutto assodato, mi sembra.

La stessa Unità d’Italia fu etero-diretta: la Francia aveva bisogno di uno stato cuscinetto tra lei e l’Impero asburgico, ma quando la Francia si rese conto che era in effetti l’Impero britannico che aveva necessità di uno Stato che controbilanciasse a sud la potenza francese lasciò perdere immediatamente: tutti sanno come venne conquistata Roma. Per non parlare dei tentativi sempre in atto da parte di una Potenza straniera che risiede in una enclave all’interno del territorio italiano di etero-dirigerne la politica.

Naturalmente dopo la sconfitta nella IIa G.M. questi tentativi diventarono sempre più pressanti: venendo a tempi più vicini a noi, Giannini dell’”Uomo qualunque” segò il ramo su cui era seduto assumendo una posizione equidistante tra i due blocchi (impensabile in Italia in tempi di Guerra Fredda) e Fanfani fu silurato per certe sue posizioni terzomondiste che non vennero affatto apprezzate nelle Cancellerie che contavano.

E, per quanto riguarda tempi ancora più vicini a noi, si legga quanto scrissi parecchi anni fa:

 http://orizzonti-antonello.blogspot.it/2012/08/questioniirrisolte.html

Mi sembra ovvio che qualcuno di memoria lunga, che ricordava benissimo certi fatti, ad esempio quelli avvenuti in un certo aeroporto militare siciliano, e che cercava di mettere le manette ai polsi di alcuni politici italiani, etero-dirigesse tutte le operazioni stando in un luogo ben distante da una nota Procura della Padania.

Che quindi lo Stato Italiano sia sotto “tutela giudiziaria” è noto da tempo, e questa tutela, dopo l’introduzione dell’euro, è diventata, se possibile, ancora più asfissiante: se prima l’Italia aveva un ruolo eminentemente strategico-militare, oggi un suo fallimento porterebbe a conseguenze disastrose per tutta l’economia mondiale. Too big to fail, l’Italia. 
Ma, come diceva il Principe Salina ne “Il gattopardo”:
“They have come to teach us good manners, but they won’t succeed, because we are Gods.”

Per cui spesso qualcuno ha sbagliato i suoi conti.

Ma, prima di arrivare a Renzi, iniziamo ad esaminare, come si dice in Analisi matematica, “le condizioni al contorno”.
“5 agosto 2011 - Il governatore uscente della BCE, Jean Claude Trichet, e quello in pectore, Mario Draghi, scrivono una lettera al governo italiano indicando una serie di misure urgenti per uscire dalla crisi. In tutti i modi “l’Europa” tenta di convincere Berlusconi ad accettare un “piano di salvataggio” che Berlusconi rifiuta”.
Il Ministro Tremonti afferma a proposito di questo piano che “se l’Italia volesse suicidarsi, avrebbe altri mezzi per farlo.”
Ma, poiché esistono due Sant’Antonio, uno per amore e l’altro per forza, lo spread viene fatto salire, e le azioni Mediaset scendere.







26 ottobre 2011 - Dopo pressanti richieste dell'Unione europea, al termine di una lunga trattativa interna alla maggioranza, il presidente del Consiglio Berlusconi invia una lettera con la promessa delle misure da adottare, tra le quali l'innalzamento dell'età pensionabile nel 2026 e una maggiore flessibilità in uscita nel mercato del lavoro. La lettera è fortemente criticata dalle opposizioni e dai sindacati.
3 e 4 novembre 2011 - Il presidente del consiglio partecipa a Cannes al summit del G20. A seguito delle pressioni, registratesi durante gli incontri, per il rafforzamento della credibilità del paese, il governo italiano accetta che una delegazione del Fondo Monetario Internazionale monitori i progressi sulle riforme economiche e gli effetti di queste sui conti pubblici.
7 novembre 2011 - Il sottosegretario agli Affari Esteri Enzo Scotti si dimette e firma insieme a due deputati di Noi Sud una richiesta a Berlusconi di dimettersi per favorire la formazione di un governo di unità nazionale
8 novembre2011 - Nuova votazione alla Camera sul Rendiconto Generale del Bilancio dello Stato; l'opposizione non partecipa al voto allo scopo di garantire l'approvazione del provvedimento (che ha valore meramente formale), dimostrando nel contempo che il Governo non dispone dei 316 voti che gli garantirebbero la maggioranza. La Camera approva infatti il documento in via definitiva con 308 sì, 0 no e 1 astenuto. In seguito all'esito del voto, Silvio Berlusconi sale al Quirinale e, dopo un colloquio col Presidente della Repubblica, annuncia che si dimetterà in seguito all'approvazione della Legge di Stabilità 2012.

Governo Monti. Nominati i ministri il 16 novembre 2011, il governo rimane in carica da tale data al 28 aprile 2013, per un totale di 529 giorni, ovvero 1 anno, 5 mesi e 12 giorni.
Il Prof. Sen. Mario Monti indossa la mascherina da chirurgo, impugna il bisturi e taglia una gamba all’Italia.
“Senza una gamba, cara Italia,” esclama soddisfatto il Prof. Sen. “vedrai come camminerai meglio!”

Il governo Monti, imposto “dall’Europa”, rischia di far crollare definitivamente l’Italia. Qui un velo pietoso viene calato e si rimanda alla prossima puntata, che inizierà con le Elezioni politiche italiane del 2013.

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