mercoledì 30 novembre 2016

Bollenti spiriti



Ricordo che durante la IIa G.M. la Kriegsmarine reclutò trentamila sommergibilisti. I Comuni avevano dai diciassette ai diciannove anni, i Capi e Sottocapi dai diciannove ai ventitré, gli Ufficiali da venti a ventitré. I Kaleu raramente superavano i venticinque. Di questi trentamila, ventimila, due su tre, non tornarono a casa.

I piloti della RAF che combatterono nella Battle of Britain avevano dai diciannove ai ventun anni. “Ma come” dicevano “mi mettete in mano un aereo e mi mandate per il cielo ad ammazzare gente, e più ne ammazzo più mi dite “Bravo!”, però non posso andare in una casa di tolleranza perché non ho ancora ventun anni?”
Posso solo immaginare cosa potesse pensare un ragazzo di quell’età chiuso dentro uno Spitfire o un Me 109 in fiamme con il tettuccio inchiodato, mentre contava gli ultimi secondi che gli restavano da vivere. Proprio per questo motivo nel dopoguerra in Gran Bretagna la maggiore età passò da ventuno a diciotto anni, da noi molto dopo.

Ho avuto modo di visitare i cimiteri di guerra del Nord Africa, Italiani, Tedeschi e Alleati, da Tobruk a El Alamein, e anche lì le croci dicevano di ragazzi di non più di vent’anni. Molti i sedicenni.

Il Padre di un Collega, un Generale che fu collaboratore di Carlo Alberto Della Chiesa, che viveva con una pallottola vicina a un polmone che si era buscato nella Guerra di Spagna, una volta ebbe a dirmi, ai tempi degli "Anni di piombo": "A questa generazione è proprio mancata una guerra poco pericolosa."
Figuriamoci alla generazione successiva alla mia...certi bollenti spiriti immagino si calmerebbero subito.

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