sabato 20 giugno 2015

Il giuoco dell’oca




http://www.corriere.it/cronache/14_settembre_12/super-manager-fuga-puglia-investirei-70-milioni-ma-non-si-puo-176fa44e-3a3e-11e4-8035-a6258e36319b.shtml

1991. Un industriale del Nord passa più o meno per caso davanti ad una villa da me progettata nei miei verdi anni, vede nel terreno a fianco il cartello “vendesi”, lo compra, si informa e mi fa chiamare.
“Mi può fare un progetto di una villa simile?”
Faccio il progetto e lo presento al Comune.
Le “maniglie” (naturalmente esagero per evitare troppi tecnicismi, ma il succo è questo) non piacciono alla Commissione Edilizia che mi chiede di cambiarle.
Bene, cambio le maniglie, spedisco le copie al Nord per farle firmare al Committente, me le rimanda, le ripresento in Comune.
Nel frattempo, il Committente mi chiama.
“Senta, ho in progetto di ampliare la fabbrica giù al sud. Avevo intenzione di farla nel Lazio, ma visto che mi sto facendo questa villa non mi dispiacerebbe avere vicino casa e fabbrica. Mi serve un terreno industriale più o meno di tot metri quadri, ci dovrà andare un personale di circa quaranta persone, prevalentemente femminile. Può incominciare ad attivarsi per cercare un terreno?”
Si trattava di una fabbrica per un prodotto di enorme valore aggiunto, in un pacchettino delle dimensioni di un astuccio per occhiali si poteva contenere un valore di svariate decine di milioni di lire di allora, con costi di trasporto quindi del tutto ininfluenti, anche per spedizioni in tutto il mondo.
Benissimo, sugli occhiali compare il simbolo della vecchia liretta, mi attivo immediatamente.
Intanto le “maniglie” al Comune sono andate bene, ma questa volta sono i “rubinetti” a non andare bene.
Modifica, spedizione al Nord delle copie, ridiscesa al Sud delle copie firmate, ripresentazione in Comune.
Lascio passare alcune settimane, vado in Comune per accertarmi dell’iter della “pratica”.
“Ehh, sa Ingegnere, adesso va tutto bene, ma abbiamo solo la sua pratica ...... I geometri della USL non verranno per esaminare solo una pratica...... attendiamo di avere altre due o tre insieme....tra qualche settimana, un mese al massimo....”
Comunico la cosa al Committente.
Le farò sapere...” mi dice.
Dopo una quindicina di giorni mi telefona “Ingegnere, mi mandi le spettanze sinora dovute per il suo lavoro, perché non faccio più né villa né fabbrica. Sono di ritorno da Cracovia, dove nel giro di una settimana ho avuto tutte le autorizzazioni per costruire la fabbrica......”. Ripeto, 1991.

1994, circa. Un’amica mi commissiona il progetto di una villa in campagna, su un terreno assai scosceso. Il progetto della villa in sé non presentò particolari difficoltà, mentre richiese moltissimo tempo lo studio della rampa d’accesso al garage, proprio per la pendenza del terreno.
Prima tappa, Ufficio tecnico della Lottizzazione.
“Ehh, no, no, no, questo tetto così non va bene...”
Mi rendo conto che, a differenza dei “Feaci, costruttori di navi”, non sono “caro agli Dei”.
“Guardi che ho un dossier fotografico su un bel po’ di ville costruite nella lottizzazione, dove il tetto ha esattamente questa forma. Se il mio tetto non va bene vuol dire che non andava bene neppure per le altre ville. Cosa faccio, mando il dossier in Procura per segnalare gli abusi edilizi?”
 
"Touché",  pensa evidentemente l'esimio Tecnico, perché dopo due o tre giorni avevo il visto di approvazione.
Primo scoglio superato.
Secondo scoglio, concessione edilizia.
Per puro caso, proprio in quel periodo, stavo risolvendo alcuni problemi di tipo tecnico a un grosso Imprenditore originario proprio di quella zona, uno di quelli che in Sicilia sarebbe stato chiamato "manicu de panza".
“Ah, deve presentare un progetto? E che problema c’è? Si può far trovare domani alle nove davanti all’ingresso dell’Ufficio?”
“Ma l’Ufficio apre alle undici....”

L’Imprenditore neppure mi risponde. L’indomani mattina alle nove, senza neppure bussare, apre la porta:
“Questo è l’ing. Tal dei Tali, deve presentare un progetto...”.
Una quindicina di giorni, e secondo gradino superato.
Terzo gradino, Ente di controllo.
Passano le settimane, passano i mesi, la pratica è “bloccata”. Vado all’Ente per cercare di “sbloccarla”.
Il Funzionario, con aria palesemente annoiata, si fa portare l’incartamento. Apre la tavola delle planimetrie.
 “No, no, no, questa rampa non mi piace, me ne faccia un’altra, dritta.”
dice richiudendo immediatamente il disegno e facendomi capire che me ne dovevo andare.
Per esaminare la planimetria aveva impiegato forse meno tempo rispetto a quello che il cortese lettore ha impiegato per leggere la frase precedente.
“Ma come, Dott. Geom. Arch. Ing. Lup.Mann.,” gli dico riaprendo il disegno “dritta non si può fare, altrimenti la pendenza della rampa diventa eccessiva...”
“Ahh. E questa curva? Non si può fare dall’altra parte?”
“No, perché, vede, lì, come indicato chiaramente, c’è una macchia di ginepri selvatici, e non vorremmo farci denunciare dalla Forestale se li abbattiamo.”
“Ahh. Comunque mi studi un’altra rampa.”
Mi viene in mente un mio conterraneo, indimenticato campione europeo dei welter junior, se non ricordo male, che a suo agio con jabs e uppercut lo era molto meno con i verbi transitivi e intransitivi: “O lo dormo, o mi dorme!” ebbe ad esclamare ad un intervistatore televisivo la sera prima di un suo incontro per il titolo.
Fortunatamente riuscii a trattenermi ma, mi si creda, a stento e, ancora oggi, dopo tanti anni, il sangue mi sale alla testa quando mi ricordo dell’episodio.
In quel periodo ero in contatto con molti Politici.
“Ciao,” telefono, “conosci per caso il Tizio?”
“Certo che lo conosco:”
“Allora telefona e parlagli”.
La rampa rimase assolutamente identica, aggiunsi qualche leggiadro fiorellino, spostai una scritta da destra a sinistra e una da sinistra a destra, dopo qualche settimana riuscii ad ottenere l’approvazione.
Quando, molti anni dopo, sui giornali locali comparve la notizia che automobili bianche e azzurre con lampeggianti blu si erano fermate prima dell’alba sotto l’abitazione del Geom. Dott. Arch. Ing. Lup. Mann..... scossi tristemente la testa.
Per fortuna gli italiani sono stati così intelligenti da eliminare i “Politici” d’antan (quelli sulla scena oggi non ne meritano neppure il nome) che dipendevano dal loro voto, e consegnare tutto il potere ai “Tecnici”, che sono praticamente inamovibili.

Maggio 2001. Sono a Roma nel ristorante di un albergo per il pranzo seguente la riunione nazionale di un Club di Servizio. Mi ritrovo seduto a fianco di un signore fiorentino: scambio di presentazioni e convenevoli reciproci.
“Icché tu fai nella vita?”
“Sono ingegnere.......”
“Ah. Io m’occupo di investimenti americani in Europa.”
“E dove tu stai, di bello?”
“ In .........”       
“Ah..... interessante! Sai, proprio in questo periodo l’Americani stanno abbandonando gli investimenti in posti troppo lontani e stanno pensando a un grosso investimento immobiliare in Europa. Vogliono costruire sette grandissimi alberghi.”
“Quindi vorranno alberghi dove giocare a golf la mattina, stare a bordo piscina di pomeriggio e sbronzarsi al bar di sera...” gli dico mentre su un fogliettino di carta recuperato fortunosamente incomincio a fare a mano libera degli schizzi…”Un albergo fatto in questo modo.....”
“Ollo sai te che gli Americani vogliono un albergo fatto proprio in cotesta maniera? Proprio così, con tre o quattro piscine, camere grandissime.... più è bello e più costa e meglio è.......”mi dice mentre proseguo negli schizzi.
“O tu ‘un potresti incominciare a fare qualche studio, che poi vieni a Firenze e lo facciamo vedere?” mi dice.
Il simbolo $ compare sulle lenti degli occhiali.
“E quanto ci vorrà per costruirlo? Un anno, du’ anni? No, sai, per i soldi non c’è problema, ma da quando gli Americani mettono i soldi a quando l’albergo s’apre devono passare al massimo, ma al massimo dico tre anni....sono tassativi, su questo.”
Devo spiegare che, dalle mie parti, tre anni non bastano neppure per avere le autorizzazioni per mettere nel terreno la cuccia del cane del custode, figuriamoci avere la certezza di aprire un grande albergo.
“Ehh.....nnò..... su questo del tempo gli Americani sono tassativi.......”
Il simbolo $ scompare tristemente dagli occhiali.
Il tutto in una Regione che vorrebbe vivere di turismo e nel cui Capoluogo l’Istituto Alberghiero può vantare la presenza di ventisei (ventisei) classi prime.

2004. I miei amici Tony e Veronica, con i quali ho passato momenti indimenticabili in barca a vela o nella loro ”narrow boat” sui canali inglesi, o semplicemente seduto a sorseggiare one pint of traditional english bitter nel loro giardino,  avevano molto ammirato il “bathroom en suite” di casa mia,  per cui mi chiesero di progettare un “extension” nella loro casa nello Yorkshire dove si potesse godere di questo sibaritico lusso, veramente degno del Roman Empire.
Oltretutto, vuoi mettere, avere un extension progettata da “our Italian Architect”, quanti punti in più con i vicini...
Mi metto al lavoro, faccio il progettino e lo invio.
Lascio passare qualche giorno e telefono.
I’m very upset, sono furibondo” mi dice Tony “ho presentato il progetto da oltre una settimana e ancora il Council non mi ha fatto sapere nulla.... ma domani chiamo e mi sentono!”
Telefonata di Tony e risposta del Responsabile dell’ufficio “Yes, Mister S, we are terribly sorry.... but we had a lot of work...could you please come tomorrow, at 11.00 sharp?
Il giorno dopo il mio Amico è all’ufficio, 11.00 sharp, il Responsabile esamina davanti a lui il progetto, fa di suo pugno qualche annotazione sul foglio e dice “Very well, Mr. S, potrà venire domani a ritirare il suo progetto.”

Progetto presentato il 30 giugno 2004.


Permesso di costruire ritirato il 13 luglio 2004.


Ciò accade in una Nazione dove i cittadini sono Sudditi, ma sono Sudditi di una Regina.

Nessun commento:

Posta un commento