"Erano nervosi i generali italiani sul Ponte della Priula il 7 novembre 
del '17. Sulla riva sinistra del Piave c'erano ancora decine di migliaia
 di uomini allo sbando, ma quell'ostia di ponte bisognava farlo saltare 
in fretta. C'era il rischio che gli austriaci passassero, e se passavano
 Venezia era persa. Il fiume era in piena, l'esplosivo già posizionato e
 gli artificieri in attesa. Ma giunse trafelato un sottufficiale della 
brigata Sassari che urlò "aspettate!", perché Dio bono stava arrivando 
il suo battaglione, inquadrato nel 152º reggimento
Arrivava
 la Sassari, regina delle fanterie. Bisognava attendere, ma passava il 
tempo e non si vedeva nessuno. Un'ora, un'ora e mezza: nulla. E proprio 
quando i genieri ebbero l'ordine di accendere le micce, ecco uno squillo
 di tromba e un polverone a distanza. I sardi arrivavano ed erano - da 
non crederci - in fila per quattro, passo cadenzato, sottogola giù e 
fucile a bilancia, e davanti un piccoletto tipo Emilio Lussu, il 
capitano Giuseppe Musinu. "Attenti a dest" gridò davanti ai generali, e 
il battaglione passando rese gli onori.
Lo stupore degli alti 
ufficiali aumentò quando un biplano austriaco sorvolò il ponte e, 
anziché far fuoco, scese sulla colonna in marcia per ondeggiare con le 
ali in segno di ammirazione.
........"
Da "la Repubblica", 27 agosto 2003
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