È di questi giorni la polemica della Famiglia nel bosco”.
Vivo esattamente al confine della più grande area boschiva ininterrotta europea ma, forse proprio proprio per questo, non amo le c.d. “passeggiate ecologiche”, che tutto sono fuorché ecologiche.
La domanda che mi viene più spesso rivolta è “Ma non vai neppure a cercare funghi?”
“Certamente no” la mia invariabile risposta.
E, di fronte
alle facce sbigottite racconto questa storiella.
Avevo un incarico professionale in un Comune anch’esso limitrofo imitrofo a
questa area boschiva e, di fronte alla sua domanda “Ti piacciono i funghi?” e
alla mia risposta affermativa mi invitò ad una ricerca per il fine settimana
successivo.
Di buon mattino, ci allontaniamo dal paese di qualche km e iniziamo la ricerca.
Vedo un fungo bianco bellissimo,che corrisponde in tutto e per tutto all’idea
platonica di “fungo”.
Faccio per
raccoglielo.
“Nooooooooo!” mi blocca l’Amico terrorizzato. “Quello è un’Amanita phalloides!”
Gasp.
Un po’ scosso, dopo qualche centinaio di metri vedo un gruppo di funghi di un meraviglioso
colore violetto.
Passo oltre.
“E quelli non li raccogli?” mi fa l’Amico.
“Ma non son sono velenosi, con quel colore?”
“Macché,
sono buonissimi...”
Proseguo e, finalmente colgo un enorme fungo che sembra uscito dall’illustrazione
di una fiaba per bambini.
“E questo? È buono?
“E certo che buono..” mi fa l’Amico “È un bellissimo porcino reale. La solita
fortuna del principiante...”
Naturalmente
non sono mai andato a raccogliere funghi da solo.
Per vivere nella maniera “bucolica e agreste” in cui quella famigliuola voleva
vivere occorrono tutta una serie di “conoscenze e saperi” che sicuramente i
componenti della suddetta famigliuola era ben lontana dall’avere.
Questa famiglia è fortunata se è ancora in vita.
Personalmente, consiglierei alla famigliuola la lettura di “Marcovaldo, ovvero
le stagioni in città” di Italo Calvino.
Ilusstrazione tratta dalla Rete

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