Come insegnante anche io sto soffrendo l’intenso disagio esistenziale sofferto dalla categoria per il compimento dello sfascio della Scuola italiana ma, a differenza della maggior parte dei miei colleghi, e soprattutto colleghe, orientati politicamente si sa bene come, non ho trovato nelle analisi di questa situazione apparse da qualche anno a questa parte la lucidità dell’analisi volta a scoprire le cause di questo degrado sociale e culturale, men che meno le proposte per poter recuperare i contenuti sociali e culturali con i quali la Scuola italiana ha fatto si che un Paese come il nostro, privo di risorse naturali che non fossero il sole, il mare e il nostro patrimonio artistico e culturale potesse competere economicamente con i colossi mondiali.
Innanzitutto mi presento.
Laureato in Ingegneria Civile nel 1979, votazione 110/110 e lode, ho iniziato ad insegnare dal 1980 una materia pomposamente chiamata “Costruzioni, Tecnologia delle Costruzioni e Disegno Tecnico”.
Dichiaro subito che sino a sette anni fa ho svolto parallelamente un’attività libro-professionale, interrotta sia perché le risorse in termini di energia richieste dall’insegnamento si sono in questi anni enormemente accresciute, sia perché, a conti fatti, detratte le famigerate tasse, spese, sacrifici e privazioni, la mia paga oraria da Ingegnere libero professionista risultava inferiore a quella sindacale di una Colf, con tutto il rispetto per le Colf, ovviamente.
Sento naturalmente la riprovazione di chi non capisce niente né di scuola né di educazione e vede la funzione Docente in chiave pauperistico-francescana, oppure come un orario di lavoro da trascorrere all’interno di un edificio scolastico, possibilmente per crearsi dei seguaci che lo seguano in imbandierate manifestazioni contro questo e contro quello…..
E’ stato invece lo svolgimento di un’attività libero professionale a fianco e, assicuro, non a detrimento della Scuola non solo a stimolarmi ad un aggiornamento continuo, visto che ho acquistato, a mie spese ovviamente, il primo computer nel 1983, ho iniziato a spiegare ai miei studenti cosa era il CAD nel 1986, ho tenuto corsi di CAD ai miei colleghi nel 1990….
E soprattutto se da una parte ho acquisito un indiscusso carisma con i miei studenti, fatto ovviamente assolutamente fondamentale per un insegnante in quanto, quando esordisco con “Adesso spiegherò come è fatto quel ponte dove molti di voi passano ogni giorno, che so perfettamente come è costruito perché l’ho progettato io…” è molto difficile che qualche studentello possa essere così spiritoso da contestare quello che dico……ma anche e soprattutto perché in questo modo sono riuscito ad avere una conoscenza precisa del Mondo del Lavoro (certo anche l’insegnamento è un’attività lavorativa, ma con peculiarità che lo rendono differente dal lavorare in un’Azienda o in un’Amministrazione Statale), potendo trasferire così queste conoscenza direttamente nell’insegnamento, e considerando quindi la Scuola come effettivamente propedeutica a quello che tutti gli Studenti di questo mondo dovranno fare una volta finite le superiori, l’Università, breve o lunga che sia, il Master, il Master del Master del Master , vale a dire il guadagnarsi una pastasciutta biquotiana.
E’ quindi del tutto fuori luogo, e completamente sbagliata, la critica feroce di alcuni colleghi/e con lauree molto meno spendibili sul mercato del lavoro svolge nei confronti di chi svolge un’attività libero-professionale, per svariate regioni per cui non mi dilungo, ma che mi pare di are seppure succintamente accennato.
Ma veniamo al punto fondamentale: lo sfascio della Scuola Italiana.
Il fenomeno viene da lontano, cito due episodi “emblematici” come si usa dire oggi come tutti quelli che citerò in seguito personalmente capitatimi.
Il primo in ordine di tempo.
Nel 1981 ero supplente temporaneo e, nelle cosiddette “ore a disposizione”, abolite in maniera totale dal Ministro Moratti, facevo servizio di Biblioteca d’Istituto con una Collega, la quale desiderosa di un radicale cambiamento della Scuola Italiana, testualmente mi disse.
“Certo, io vorrei guadagnare un po’ di più e per questo sarei disposta a passare qualche ora in più a scuola….ma s’intende, NON davanti agli alunni……”
I Ministri della Pubblica Istruzione che si sono succeduti da allora l’hanno accontentata, anche se lei non ne ha potuto usufruire in quanto pensionata baby……
Nel 1984 o giù di lì ebbi modo di conoscere l’allora Sottosegretario alle Finanze (Sardo) il quale durante una conversazione informale circa lo stato della Scuola Italiana ed alcune mie richieste, in particolare per l’edilizia scolastica, replicò in maniera convinta con queste parole
“No, no, no, per la Scuola in Italia si spende già troppo”.
Purtroppo non posso portare a testimone l’On. XY (Sottosegretario all’Economia nel Governo Craxi) di queste sue parole che testualmente mi disse, in quanto è prematuramente deceduto non molto tempo fa, ma ne posso garantire l’autenticità.
Già, da allora il principale tra gli obbiettivi politici dei governanti italiani era quello di diminuire la spesa per la scuola, che ha prodotto lo sfascio di oggi.
In realtà gli obbiettivi che qualsiasi, ripeto qualsiasi, Governo si sia succeduto dal 1980 ad oggi ha tentato di perseguire sono stati
- diminuire la spesa;
- creare aree di autonomia dove, si sa chi, potesse avere mano libera, sia dal punto di vista didattico che retributivo;
- livellare gli studenti tagliando le gambe alle eccellenze e garantendo il passaggio alla classe successiva, e quindi ai livelli superiori di istruzione non ai più meritevoli, come espressamente sancito dalla nostra Costituzione, ma a tutti coloro che provenissero dalla classe sociale “giusta”;
- prendere parte ad una spartizione di una torta colossale, in quanto l’Istruzione risulta a tutt’oggi la più grande azienda in Italia, con fatturato ben superiore a quello del gruppo Fiat, mediante la creazione di scuole private “di qualità”, a differenza di quanto le scuole private erano generalmente in Italia, vale a dire Scuole dove lo sfaticato figlio di papà poteva ottenere il famigerato e agognato “pezzo di carta”.
Sono del tutto noti i periodici tentativi in sede legislativa per ottenere contributi per la scuola privata.
Cioè i governanti che si sono succeduti in tutti questi anni hanno fatto questo ragionamento, che non so come mai ancora non sia riuscito ad essere attuato, vista il comportamento sinergico di destra e sinistra:
“A me Stato un alunno costa mediamente di tremila euro l’anno. Bene, io ne darò duemila sia alle Scuole Pubbliche che alle Scuole Private: sarà poi ciascuna Scuola a farsi dare il resto o sotto forma di rette da parte dei genitori o a darsi da fare per trovare sponsor che integrino la differenza.”
Cioè il medesimo sistema mondo Anglosassone ed in particolare del tanto vituperato sistema Statunitense.
Naturalmente questo sistema, per poter essere posto in essere ha bisogno di un presupposto: il totale sfascio della Scuola Pubblica.
Questo totale sfascio si sta attuando in molti modi, ne cito esemplificativamente alcuni personalmente capitatimi o capitati a miei colleghi.
Classe 4° Geometri, Scrutini finali, anno 1997 o giù di lì.
Votazione della Studentessa come appare dal Tabellone : Religione Molto, Italiano 5, Storia 6, Diritto 6, Topografia 3, Costruzioni 3, Tecnologia delle Costruzioni 2, Estimo ed economia 3, Educazione Fisica 7.
Il Preside “Con questi voti questa ragazza DEVE ESSERE PROMOSSA.”
La viperina Collega di Costruzioni balza su chiedendo come il Preside ritenga possibile promuovere una studentessa con quei voti nelle Materie Professionali. Al che il Preside seccamente replica con queste testuali parole:
“ Professoressa, Lei non sa che al giorno d’oggi i cinque anni della Scuola Superiore non sono più professionalizzanti?”.
Appunto, non sono più professionalizzanti. Quindi è perfettamente lecito non studiare più i lirici greci al Classico, le derivate e gli integrali allo Scientifico, i verbi irregolari inglesi al Linguistico, la Topografia e le Costruzioni ai Geometri…..potranno essere organizzati dei “Progettino” fatti per venire incontro ai desideri degli studenti….un Corso di Nascondino, Teoria e pratica del Gioco della Moscacieca, Corso di specializzazione in Quattro Cantoni….
Tutto questo può sembrare una tetra barzelletta, ma ne garantisco l’autenticità.
Tempo mi telefona una mia collega delle Scuole Medie molto “su di giri”: si lamenta del fatto che la mattina era stata redarguita dal Preside perché, secondo lui, trattava gli alunni con “troppo distacco”……ragazzini appunto delle Medie, da 10 a tredici anni… e ci lamentiamo se gli alunni si rivolgono a certi insegnanti con le frasi riportate in questi giorni dai quotidiani????
Una volta i Presidi erano i Sacri Custodi del livello di insegnamento praticato nel loro Istituto.
Oggi sono semplicemente dei burocrati estenuati dalle lotte sindacali che il personale Docente e non Docente (e Presidi) intraprende per riuscire a spolparsi una miserrimo osso costituito dai fondi dei cosiddetti “Progetti” ma soprattutto sono diventati occhiuti controllori del “Successo Formativo”, vale a dire che il numero di bocciati sia il minore possibile, sia per motivi ideologici, sia, soprattutto, per motivi economici, visto l’aggravio per l’Erario dovuto al costo di un alunno bocciato che deve ripetere una classe.
Della Cultura, ai Presidi Italiani, non importa più niente.
Come ho detto, non svolgo più libera professione, per cui, anni fa, regalai tutta la mia biblioteca tecnica accumulata in vent’anni, circa dieci casse di libri, all’ Istituto dove allora insegnavo.
A seguito di una contrazione nelle iscrizioni, andai “in utilizzazione” in un altro Istituto.
Al mio ritorno nell’Istituto di titolarità vado in Biblioteca per cercare un testo, importante e raro, per fare una ricerca. Mi viene risposto che il Testo in questione, assieme alla maggioranza di tutti gli altri, era stato buttato alla spazzatura (sic) su ordine della Preside allora reggente, in quanto non essendovi posto in Biblioteca “non era giusto che i Professori facessero pulizia in casa loro portando a Scuola quello che non gli serviva più….” Anche in questo caso non è una barzelletta, questo è lo stato attuale della Scuola Italiana.
Quindi, quando lo stato di marcescenza attuale della scuola pubblica italiana sarà arrivato a compimento, il discorso che lo Stato Italiano farà ai genitori sarà più o meno questo “Behhh, Caro Genitore, da una scuola gratuita non ti aspetterai mica che tuo figlio riceva anche un’istruzione….ringrazia che viene tenuto a bada per tot ore la giorno e che così non va a rubare motorini o a spacciare…se vuoi che tuo figlio riceva anche un’istruzione iscrivilo ad una scuola privata…”
Cosa che del resto si sta già verificando nelle zone più ricche del nostro Paese.
Tempo fa, ho riportato questo considerazioni ai miei alunni. Uno di essi mi ha risposto testualmente
“Si Professore! Io ho la villetta al mare a xx e vicino hanno la villetta molti miei amici milanesi che vengono d’estate….nessuno di loro frequenta una scuola pubblica….”
Io sono, per motivi personali, strettissimamente legato all’Inghilterra ed al mondo anglosassone, ma non per questo ritengo che debba essere importato, tout court, il loro sistema educativo, come hanno tentato di fare, fortunatamente senza riuscirci, i Ministri della Pubblica Istruzione che si sono succeduti almeno da 1994 ad oggi ed in particolare il Ministro Moratti.
Intendiamoci, ho la massima stima della Signora Moratti, ma la riforma da Lei proposta era quanto di più sbagliato si potesse proporre non solo per la Scuola Italiana, ma per l’intero mondo produttivo della nostra Nazione.
Qualche anno fa parlavo con un mio amico Inglese, già vicedirettore di una grande centrale elettrica nei pressi di Sheffield.
“Senti Antonello” mi dice, “mi devi spiegare una cosa che non ho mai capito.”
“Se posso”
“So da anni che tu insegni, ma non ho mai capito cosa.”
“Guarda, per farla breve insegno, assieme ai miei Colleghi, come si costruisce una casa, una strada, un acquedotto, in una Scuola Tecnica per Geometri (Surveyors, in inglese).”
“Quindi insegni all’Università.”
“No, in quella che voi chiamate una High School.”
“Davvero? E quanti anni hanno i tuoi studenti?”
“Da quattordici a diciotto, se sono bravi e non perdono anni.”
“Davvero? E si diventa Surveyors a diciotto anni in Italia? Che cosa interessante! Tu pensa che io volevo studiare materie tecniche da quando ero ragazzino e invece mi hanno costretto a studiare per cinque anni materie delle quali non mi importava niente….. sino a quando non sono andato a diciotto anni al College….questo vostro sistema dovrebbe essere importato qui da noi…”
“Peccato che siamo noi ad voler importare il vostro sistema…..”
Meno male che la Riforma, che del resto altro non era che una rivisitazione delle proposte dei precedenti Governi di Sinistra, era stata proposta dalla Sig. Moratti, e che l’odio di questo governo nei confronti di tutto ciò che aveva fatto il governo precedente l’ha fatta affossare…..
Il sistema produttivo Italiano si è infatti sempre basato su una classe di Tecnici Diplomati di altissimo livello, pari o superiore a quello di una Laurea breve conseguita in altre Nazioni, (a mio Padre il solo titolo di Geometra non gli ha impedito di diventare General Manager di una importante Impresa di Costruzioni all’estero) e su una Classe di Tecnici Laureati con una preparazione non specialistica ma anzi ad ampio spettro, cosa che personalmente mi avrebbe permesso di andare a lavorare da altre parti, che non ho fatto e che, con il senno di poi, non finisco di rimpiangere…
Veniamo adesso ad un altro dei tasti dolenti, i genitori, o perlomeno quello che rimane di essi….visto che ormai, nelle mie classi, ben oltre il 50% degli alunni ha situazioni familiari abbastanza difficili ed alcune volte addirittura tragiche.
I genitori tendono quindi a considerare la scuola di oggi come un baby-parking gratuito, che deve fornire inoltre ai loro pargoli l’educazione che loro non sono riusciti a dare, il tutto naturalmente senza causargli alcun trauma…..
Qualche settimana fa correggevo compiti nell’Aula Professori della mia Scuola.
Entra una madre esagitata.
“Sono la mamma dell’alunno XY (triripetente), sono stata convocata dal Coordinatore di Classe perché il bambino sembra abbia problemi……”.
Ripondo:
“Si Signora, XY è un mio alunno…...ma veramente……bambino…….così, ad occhio direi che è alto un metro e novantacinque….”
“No, ….due metri…..”
Anche qui non esagero, le parole esatte sono queste, una per una…..
Un altro mio alunno viene spinto dai genitori ad iscriversi all’Istituto Tecnico per Geometri.
Il poverino è completamente negato per il disegno, i disegni sembrano fatti con un pezzo di carbone e sono privi di qualsiasi rigore logico necessario nel disegno geometrico, i disegni a china, che faccio ancora eseguire perché questa generazione assolutamente incapace di qualsiasi attività manuale che non sia quella svolta dai pollici che smanettano sulla playstation acquisisca quel minimo di manualità che è assolutamente necessaria per svolgere qualsiasi professione tecnica, sembrano allagati da liquido nero.
Chiedo al mio alunno, in maniera scherzosa, se per caso con il disegno a china ci abbia avvolto delle seppie.
Dopo qualche giorno vengo affrontato dalla madre furibonda che mi intima di correggere i disegni del figlio in maniera politically correct…
Ahinoi….anche nelle scuole Coreane, Indiane., Cinesi….
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